Porti sempre più verdi e puliti. Magari grazie all'economia circolare che consente di considerare il rifiuto non un peso, ma una risorsa. È uno degli spunti emersi a Cagliari nel corso del forum "Porti 5R: dalle esigenze alle proposte". Le cinque erre del titolo fanno appunto riferimento a riduzione, riuso, riciclo, raccolta e recupero. Il dibattito si inserisce nell'ambito delle attività del progetto "Port-5r - Per una gestione sostenibile dei rifiuti nei porti del Mediterraneo" finanziato dall'Unione Europea all'interno del Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020. L'evento, al Lazzaretto di Sant'Elia, è stato organizzato da Karalis Yacht Services Srl e Fondazione Mo.So.S.
L'obiettivo era quello di mettere a confronto gli operatori tecnici coinvolti nel porto di Cagliari sul futuro della gestione dei rifiuti. In tanti hanno sottolineato la necessità di investire in innovazione per vincere in modo concreto la sfida della sostenibilità. "Oggi non è facile re-immettere in circolo un rifiuto che pure ha le capacità di essere riutilizzato - spiega Fabrizio Coni, direttore tecnico di S.E. Trand srl - al di là della possibilità teorica di riutilizzo di molti rifiuti ci sono difficoltà a proporre tecnologie in un ambito regionale piuttosto circoscritto".
Cosa poter fare allora per migliorare questa situazione, soprattutto nei piccoli Comuni? Una soluzione, è stato indicato, potrebbe essere quella di integrare l'appalto comunale con quello dei rifiuti da diporto. Tra gli altri ospiti d'eccezione Jean Toma, dell'Union des Port de Plaisance de Corse, che ha proposto di incrementare le relazioni e le occasioni di collaborazione tra Sardegna e Corsica per "aumentare la massa critica e veder accrescere il ruolo attivo delle isole in tutte le politiche dell'ambito marittimo".