Invasione di gilet arancioni questo pomeriggio in piazza Palazzo, a Cagliari: sono una parte dei 300 addetti (ma con l'indotto si arriverebbe a quota 700) che rischiano di perdere il loro posto di lavoro a causa della crisi del porto canale. Una situazione che sta precipitando negli ultimi mesi con un netto calo di traffico di container.
Per questo sindacati e Autorità di sistema portuale si sono ritrovati in Prefettura in un incontro convocato per fare il punto della situazione e cercare di trovare una soluzione.
Aperto un tavolo permanente, con l'impegno di portare la crisi del porto industriale di Cagliari all'attenzione dei ministeri competenti e allargare il tavolo a quel livello, anche con la presenza di Contship e Cacip.
All'incontro hanno partecipato i sindacati confederali (Carmelo Farci, Cgil e Mimmo Contu Cisl) e di categoria (Massimiliana Tocco Filt Cgil, Corrado Pani Fit Cisl, William Zonca Uil Trasporti) insieme alle rappresentanze dei lavoratori, la prefetta di Cagliari Romilda Tafuri, il presidente dell'Autorità portuale Massimo Deiana e, in rappresentanza del presidente della Regione, la neo assessora del Lavoro Alessandra Zedda. "Si tratta di una fase molto delicata - hanno detto i sindacati - sulla quale riteniamo positivo che oggi sia stato definito un percorso in base al quale non verranno prese decisioni se non preventivamente definite con i soggetti presenti al tavolo".
I sindacati sottolineano che occorre lavorare in fretta per rendere il porto canale appetibile e più competitivo, puntando a investire sulle infrastrutture e sui possibili vantaggi fiscali.
Dopo il confronto in prefettura resta comunque l'incertezza su cosa faranno Cict e Contship Italia che, proprio in queste ore, hanno riunito il Cda a Melzo per decidere le sorti del porto industriale di Cagliari.
Tra le possibili soluzioni in campo per provare ad arginare il problema ci sono quelle delle istituzioni della zona franca in una fetta di porto (nei giorni scorsi c'è stata una conferenza di servizi per la recinzione dell'area) e della Zes, zona economica speciale. Le novità però non possono essere considerate il rimedio scaccia crisi in tempi brevi. "Darebbero appetibilità al porto - ha detto Deiana - anche se non rappresentano certo la soluzione nell'immediato".