La Procura di Catania ha disposto il sequestro della nave della Ong spagnola ProActiva Open Arms, ormeggiata nel porto di Pozzallo (Ragusa) dopo lo sbarco di 218 migranti che l'equipaggio aveva salvato e rifiutato di consegnare alla Libia. L'approdo in Italia è al centro dell'inchiesta per la mancata consegna alle motovedette libiche intervenute sul luogo del soccorso o a Malta. Il fermo della nave è stato eseguito su indagini della squadra mobile di Ragusa e del Servizio centrale operativo (Sco). Associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina è il reato ipotizzato dalla Procura di Catania: secondo l'accusa ci sarebbe una volontà di portare i migranti in Italia anche violando legge e accordi internazionali, non consegnandoli ai libici. Indagati dal procuratore Carmelo Zuccaro il comandante e il coordinatore a bordo della nave, identificati, e il responsabile della Ong, in corso di identificazione.
Indagati capitano ProActiva e capo missione Ong - Sono il capo della missione, Anabel Montes, e il capitano della nave, Marc Reig, i due indagati della Ong ProActiva Opern Arms, dei tre iscritti nel registro notizie di reato, dalla Procura di Catania per associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina. Lo rende noto la stessa organizzazione sul proprio profilo Twitter spiegando che i due ieri "hanno passato diverse ore alla stazione di polizia, dopo essere stati sottoposti volontariamente sabato a un interrogatorio di oltre quattro ore ciascuno, e dopo aver consegnato, anche su base volontaria, tutte le registrazioni dei salvataggi di giovedì, quando si è verificato un incidente con le guardie costiere libiche". Il terzo indagato è il responsabile dell'Ong che ha parlato con loro dando indicazioni durante le operazioni di salvataggio dei 218 migranti e degli avvenimenti successivi che hanno portato la nave ad approdare e Pozzallo, e che per la Procura risulta ancora ufficialmente non identificato.
Ong, salvataggio avvenuto in acque internazionali - Il salvataggio di migranti al centro dell'inchiesta della Procura distrettuale di Catania è avvenuto "a 73 miglia nautiche della costa libica, in acque internazionali". Lo ribadisce ProActiva Open Arms, nella ricostruzione dell''incidente' su Twitter, confermando che "la pattuglia libica è arrivata un'ora dopo che le imbarcazioni di salvataggio delle Open Arms hanno localizzato la barca e assicurato a tutti i naufraghi i giubbotti di salvataggio". "I migranti - sottolineano dalla Ong spagnola - erano terrorizzati dal fatto di essere costretti a salire sulla motovedetta. Dopo due ore di 'persecuzione', la guardia costiera ha detto che era in grado di salvare la nave. Alcuni di loro si sono tuffati in mare per evitare di essere riportati in Libia". I migranti hanno poi raccontato ai soccorritori delle "torture che avevano subito in Libia e come i trafficanti hanno estorto le loro famiglie a pagare in cambio della loro liberazione".
Leader Ong, inventato crimine di solidarietà - "L'Italia in prima linea e l'Unione europea dietro vogliono farci pagare ciò che dovremmo fare. Il crimine di solidarietà è stato inventato". Lo ha detto Oscar Camps, direttore dell'Ong ProActiva Open Arms, su Twitter, sul sequestro preventivo della loro nave a Pozzallo disposto dalla Procura distrettuale di Catania. "Dopo l'incidente con i libici - ha aggiunto - invece di dare un porto di destinazione all'Italia come al solito, il governo italiano ha lasciato le braccia aperte senza un porto sicuro per sbarcare i migranti per 24 ore".
Spagna, su stop nave ong dobbiamo chiarire elementi - "Dobbiamo chiarire quali siano le accuse nei confronti dell'ong e quali giustificazioni abbia l'organizzazione". Così il ministro degli Esteri spagnolo Alfonso Dastis commenta il sequestro della nave di Proactiva Open Arms, disposto ieri sera dalla Procura di Catania, dopo lo sbarco a Pozzallo. Lo ha detto arrivando al consiglio dei ministri degli Esteri dell'Ue, al quale è prevista anche la partecipazione del capo della Farnesina Angelino Alfano.