"La nuova nota 100 dell'Aifa che
permette ai medici di medicina generale di prescrivere tre
classi di farmaci anti-diabete 2, introduce paletti per gli
specialisti che impediscono di intervenire in specifici casi di
rischio, mettendo a repentaglio la salute dei nostri pazienti".
È quanto denunciano i vertici di Simdo, Società italiana
metabolismo diabete obesità, che hanno scritto all'assessorato
regionale della Salute, perché segnali questi rischi all'Agenzia
italiana del farmaco. Con la nota 100, l'Aifa ha concesso ai
medici di famiglia e agli specialisti del servizio sanitario
nazionale la facoltà di prescrivere terapie con antidiabetici di
ultima generazione. "Ma allo stesso tempo - sottolineano
Vincenzo Provenzano e Leonardo Russo, presidente nazionale e
regionale per la Sicilia di Simdo - è stato introdotto un
paletto legato al valore dell'emoglobina glicata: se inferiore a
7, noi non possiamo più prescrivere questi farmaci che
potrebbero essere utili a pazienti con fattori di rischio
cardiovascolare e renale". "Inoltre - osservano gli specialisti
- l'allargamento delle prescrizioni di questi farmaci anche ai
medici di medicina generale e a tutte le aree specialistiche, se
da un lato può essere condivisibile, dall'altro potrebbe creare
uno scenario fin troppo sbilanciato, con il rischio oggettivo
per chi è poco avvezzo alla valutazione delle varie condizioni,
criticità e controindicazioni che caratterizzano la persona con
diabete, di mettere in pericolo la qualità di vita, se non la
vita stessa, e peggiorare la storia naturale del diabete mellito
incorrendo anche in problematiche medico-giuridiche". "Oggi
assistiamo al paradosso - proseguono Provenzano e Russo - che lo
specialista cardiologo, nel riconoscimento delle proprie
competenze e specificità, può accedere alla prescrizione in
rimborsabilità per i farmaci inibitori addirittura nei pazienti
non diabetici con insufficienza cardiaca, senza indicare in
ricetta la nota 100, mentre il diabetologo non può fare lo
stesso in un paziente con diabete mellito in compenso
glicometabolico quand'anche affetto da scompenso cardiaco con
frazione d'eiezione ridotta". "Siamo fiduciosi - concludono i
diabetologi - che queste criticità vengano quanto prima valutate
e riconsiderate, in modo da ridurre il rischio di prescrizioni
errate o inappropriate e da dare la corretta dignità gestionale
e prescrittiva allo specialista di riferimento".
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