"Sono immagini che fanno male, mostrano quello che ripeto da mesi, ma ora vogliamo risposte concrete. Quelle macerie, ancora lì, sono il motivo che mi hanno spinto a chiedere le dimissioni dell'assessore regionale. Ora dalla Regione mi hanno garantito che a breve partirà lo sgombero". Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice (Rieti), commenta così all'ANSA la situazione nelle frazioni del comune reatino martoriato dal terremoto della scorsa estate, dove a undici mesi da quella notte "è ancora tutto come allora". "Amatrice - aggiunge il sindaco - non è solo Amatrice, è anche le sue frazioni. Il piano per lo sgombero delle macerie private è pronto da due mesi, la gara per lo smaltimento è stata fatta e credo sia stata anche aggiudicata, ora mi auguro solo che rispettino gli impegni". Dalla Salaria per Ascoli Piceno, fino su ad Amatrice, è tutto come lo hanno lasciato i primi soccorritori. Nelle frazioni più colpite, da Saletta e Retrosi, il tempo sembra essersi fermato al 24 agosto dello scorso anno. Quelli che prima del sisma erano i borghi più belli del centro Italia, in estate affollati da migliaia di turisti, oggi sono rasi al suolo e immersi nel silenzio e nella desolazione. Appaiono feriti e rassegnati. La prima frazione che si incontra, lasciando la Salaria, è proprio Saletta, la 'tomba dei romani', come la definirono i quotidiani all'indomani della scossa delle 3:36. Per raggiungere il cuore di Saletta, dove quella notte persero la vita più turisti romani che residenti (13 residenti e 22 turisti), bisogna superare tetti, pareti collassate e carcasse di autovetture. Il resto è come undici mesi fa. Ci sono ancora gli oggetti degli abitanti. Scene di normalità, come una tavola imbandita o un letto rifatto. Ci sono i giocattoli dei bambini, le biciclette, i libri e le foto. E' tutto ancora lì, come a Rio e Villa San Lorenzo a Flaviano, pochi chilometri più avanti, sempre lungo la strada provinciale 20 in direzione di Amatrice. Il cuore del borgo è inaccessibile. Nessuna delle vie che portavano nella piazzetta di Villa San Lorenzo a Flaviano è libera dalle macerie. E' possibile raggiungerla solo scavalcando cumuli di pietre, tegole, travi e mattoni. E anche qui non c'è nessuno, eccetto un gatto che si è impadronito del paese. Stesso scenario, stesso silenzio, anche a Casale e Cossito, poco prima di Rio San Lorenzo a Flaviano, e a Retrosi, la penultima frazione prima del centro di Amatrice. "Vengo qui ogni tanto, a vedere se è tutto in ordine, se manca qualcosa", racconta uno dei residenti di San Lorenzo a Flaviano. La sua casa è danneggiata ma non è crollata. "E' vero, è tutto come allora - prosegue -, c'è un silenzio assordante, è anche pericoloso girare tra le macerie perché ci sono facciate pericolanti e molte vipere. Le forze dell'ordine controllano spesso le frazioni, ma non ci sono più punti di sorveglianza fissi e il rischio di furti è altissimo, ecco perché vengo qui quasi ogni giorno, ma il dolore e il senso di impotenza a distanza di un anno è ancora straziante".