A Castelluccio un mare di neve e ghiaccio
Viaggio nel 'borgo dell'anima' nell'inverno "più difficile"
È un mare di neve e ghiaccio quello che si apre agli occhi arrivando sul Pian Grande. Sullo sfondo, tra le nuvole trasportare dal vento gelido, quel che resta di Castelluccio di Norcia, dopo che il terremoto del 2016 ha raso al suolo più della metà di questo borgo dell'anima raggiunto ancora dall'ANSA. Un viaggio dentro il terzo inverno post sisma, quello, a detta di tutti, più duro perché la ricostruzione pesante non è ancora iniziata e lo scoramento di chi qui vive e lavora comincia ad affiorare. Prima di arrivare tra le macerie di Castelluccio c'è da attraversare la lunga lingua di asfalto screpolato che taglia in due il manto bianco che rende unica e suggestiva la grande piana.
I cavalli del "Sibillini ranch" hanno da tempo guadagnato la vallata di Norcia, in lontananza c'è solo un gruppo di amanti della ciaspolata, l'unico rumore è quello del fischio del vento che scende giù dal Monte Vettore. Ogni tanto passa qualche macchina. Sono per lo più turisti che, nonostante il termometro sotto zero e la neve imbevuta a pioggia che continua a cadere, non vogliono perdersi questo spettacolo della natura e magari approfittare per comprare formaggi e salumi che quassù, a quasi 1.500 metri di quota, assumono tutto un altro sapore. Compreso quello della solidarietà. Ed è proprio nello spirito di dare una mano a chi continua a credere che un futuro a Castelluccio ci sarà, si racchiude la visita di Giovanni che, assieme ai due figli - Francesco e Sara - ha deciso di tornare "dopo essere stati qui esattamente un mese prima del sisma del 24 agosto 2016".
"Poi - racconta - siamo venuti di nuovo subito dopo il terremoto ed ora abbiamo sentito ancora il bisogno di salire quassù, in questa terra a cui ci sentiamo legati". "Tornare in questi luoghi è sempre emozionante e con questa neve lo scenario è incredibile, nonostante le macerie", dicono i due figli, che non mancano di suggerire a turisti e viaggiatori di fare un salto a Castelluccio anche in questo periodo. Come ha fatto una coppia che arriva dalla Toscana. Si è rifugiata dentro uno dei negozi turistici che sono rimasti aperti sulla piazzetta del borgo. Hanno chiesto della cioccolata calda. A servirla è Anna Bertoni che con il suo bar-alimentari-degusteria ha deciso di investire la sua vita ancora a Castelluccio e per il 2019, appena cominciato, si augura soltanto che "la ricostruzione prenda il verso giusto". "Anche se ormai siamo stati delocalizzati - aggiunge - il nostro desiderio più grande è di tornare nei nostri locali".
Ma tra i negozianti c'è chi ancora attende la sua casetta Sae, come nel caso di Francesco Perla. "Dopo oltre due anni le otto Soluzioni abitative di emergenza non sono state ancora costruite - afferma - e siamo costretti, come nel mio caso, ad arrangiarci in situazioni di fortuna come dormire nelle cantine o in roulotte ma con queste temperature non è semplice". L'alternativa è quella di "fare il pendolare tutti i giorni con Ascoli Piceno dove attualmente vive la mia famiglia usufruendo del contributo di autonoma sistemazione", spiega il commerciante. Intanto altri turisti e amanti della montagna arrivano alla spicciolata. Uno sguardo al panorama e uno alle case sconquassate. Gli alberi di Natale ricordano che che sono ancora giorni di festa. La neve continua a cadere sopra i negozi, sulle macerie e sulle storie delle persone.