Che si tratti di migliaia di detenuti, non c'è dubbio: a confermarlo è la stessa Cassazione. Per capire esattamente quante migliaia, bisognerà affinare i calcoli e non è cosa facile.
Ma una prima stima indicativa fornita da fonti dell'Amministrazione penitenziaria indica una forchetta tra 3 e 4 mila potenziali beneficiari. La sentenza delle sezioni unite penali della Suprema Corte ha stabilito la possibilità di ricalcolare la pena per quanti sono stati condannati, anche in via definitiva, sulla base della Fini-Giovanardi "bocciata" dalla Consulta. La Fini-Giovanardi aveva eliminato la distinzione droghe pensanti-droghe leggere.
Caduta per incostituzionalità la norma, la distinzione rivive. E con essa anche il distinto impianto sanzionatorio previsto in precedenza dalla Jervolino-Vassalli: le pene indistintamente comprese tra 6 e 20 anni, tornano ora per le leggere da 2 a 6 anni. Lo spacciatore di cannabis condannato che oggi può sperare in una riduzione degli anni di carcere, cercherà di ottenerla e questo apre la strada a migliaia di istanze di fronte ai giudici dell'esecuzione. E in caso di accoglimento, il calcolo potrà determinare anche l'uscita dal carcere.
Il coordinatore dei garanti dei detenuti, Franco Corleone, ritiene che siano addirittura diecimila i detenuti interessati. Più prudente la prima stima dell'amministrazione penitenziaria, che parla appunto di 3-4 mila. Attualmente le persone detenute per spaccio e detenzione di droga sono circa 14 mila. Cifra che sale a 21 mila se si considera il complesso dei reati legati agli stupefacenti. Il punto è isolare la porzione su cui realmente impattano gli effetti della sentenza. La variabili sono molte, sia perché uno stesso soggetto può essere condannato sia per spaccio di hashish o marijuana che per spaccio di eroina o cocaina; sia perché la cessione di droghe leggere può intrecciarsi con lo spaccio di lieve entità, recentemente rivisto come reato autonomo.
Di fronte al giudice ogni vicenda sarà un caso a sé. "Impossibile allo stato quantificare il numero delle scarcerazioni", spiega Cosimo Ferri, magistrato e sottosegretario alla Giustizia. Ferri è certo che ci sarà un effetto positivo sul sistema carceri, un sistema in affanno e sotto esame dal parte della Corte di Strasburgo e del Consiglio d'Europa. L'altra faccia è il sovraccarico che prevedibilmente si scaricherà sugli uffici giudiziari, già congestionati.