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Moro, spuntano audiocassette del covo delle Br. Giallo su contenuto

Grassi, sono in commissione. Erano 18, ne manca una. Ris le esaminerà

Un mistero nel mistero - e forse la speranza di qualche risposta dopo anni di 'melina'. Le audiocassette ritrovate nel covo delle Br di via Gradoli, dove venne tenuto in prigionia Aldo Moro, sono state infatti acquisite dalla commissione parlamentare d'inchiesta che sta indagando sulle opacità che ancora oggi circondano il rapimento dello statista Dc.

Un mistero perché "non risulta da nessun atto giudiziario che il contenuto di queste cassette sia mai stato ascoltato e verbalizzato" sostiene Gero Grassi, deputato Pd e componente della Commissione d'inchiesta che ha annunciato il 'ritrovamento'. Un mistero nel mistero perché delle 18 audiocassette scoperte a suo tempo dagli inquirenti, solo 17 hanno trovato la via della cassaforte della commissione d'inchiesta, dove al momento sono custodite. Una manca all'appello. Così come non è chiaro quale sia il loro contenuto.

"Le cassette - dice Grassi - sono state ritrovate grazie al lavoro della dottoressa Antonia Giammaria, magistrato distaccato presso l'organismo parlamentare. Da quel che si conosce dagli atti le cassette non sono mai state ascoltate". Il che però non è esatto. Il primo a parlare di quei nastri - a Panorama nel 2005 - fu infatti Walter Biscotti, legale della famiglia di Emanuele Petri, il poliziotto ucciso dalla Br nel marzo del 2003. Le cassette, raccontò, furono trovate nel covo di via Gradoli, furono analizzate dalla scientifica e poi messe in un archivio dove sono rimaste per tutti questi anni. Apparentemente contenevano solo musica. Ma Biscotti a suo tempo disse che in quelle cassette "potrebbe celarsi la soluzione di uno dei misteri più impenetrabili del sequestro Moro": quello della registrazione degli interrogatori dello statista democristiano nel covo dove era prigioniero. Fu il brigatista Valerio Morucci anni fa a rivelare che le parole di Moro furono registrate ma che in seguito si decise di rendere i nastri inutilizzabili incidendovi sopra altre tracce audio. IN una delle cassette, però, sarebbe ancora ascoltabile una voce. Secondo l'avvocato è proprio la cassetta che non è arrivata in commissione. "Facciamo una scommessa", dice oggi Biscotti raggiunto al telefono dall'ANSA.

"So che la cassetta mancante è una a 'due cifre'. Cioè da 10 a 18. Vedrete che alla fine mancherà la numero 13 perché è quella che ha delle voci incise, molto interessanti e mai pienamente analizzate". Infatti, ricorda l'avvocato, esiste un appunto di un brigadiere della polizia scientifica che dà conto dell'analisi sommaria dei nastri. La numero 13, a differenza delle altre che riportano musica (tra cui Guccini e Inti Illimani), è registrata nella prima e nella seconda parte. Nella prima ci sono canti rivoluzionari. Per alcuni giri però si sente una voce maschile che parla con "i compagni" per discutere di alcuni articoli. E se fosse un frammento dell'interrogatorio di Moro? Il compito di svelare l'enigma toccherà ora al Ris dei Carabinieri, cui i nastri saranno consegnate nei prossimi giorni. Gli specialisti del reparto investigazioni scientifiche dell'Arma - in virtù delle ultime tecnologie a disposizione degli specialisti - cercheranno di riportare alla luce le eventuali tracce d'incisioni audio realizzate nel covo di via Gradoli.

L'annuncio di Grassi non è però piaciuto al vicepresidente della commissione Gaetano Piepoli. "Il riserbo e la prudenza - dichiara - sono l'unica bussola che la ricerca della verità ha per non smarrirsi nel labirinto delle infinite ipotesi".

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