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Strage a tribunale Milano: chi è il killer Claudio Giardiello e chi sono le vittime

Polemica su sicurezza. Mattarella convoca Csm

(ANSA) MILANO, 9 APR 2015 - Follia al tribunale di Milano. Ecco chi sono le vittime e l'autore della strage. E' polemica intanto sulla sicurezza con l'Anm che chiede provvedimenti e il presidente della Repubblica che convoca d'urgenza una riunione del plenum del Csm.

IL KILLER - Imputato in un processo a suo carico per bancarotta fraudolenta, Claudio Giardiello, 57 anni, immobiliarista, originario di Benevento.  La sua società, la Immobiliare Magenta è stata dichiarata fallita il 13 marzo del 2008. L'azienda, si evince da una visura camerale, faceva capo per il 55% a Giardiello, per il 30% a un nipote di Giardiello, coimputato e rimasto colpito nella sparatoria. Un terzo socio con il 15% si chiama Giovanni Scarpa. Il curatore fallimentare nominato dal Tribunale si chiama Walter Marazzani. Nel novembre del 2006 era stato depositato un atto di sequestro delle quote di partecipazione del nipote di Giardiello e di Scarpa, mentre nel giugno e nel novembre del 2007 erano stati depositati atti di sequestro delle quote di Giardiello. Nell'ultimo bilancio della Immobiliare Magenta che si riesce a consultare con il sistema telematico della Camera di commercio, quello relativo al 2006, la società di intermediazione immobiliare, ristrutturazioni e costruzioni per conto terzi, risultava avere attivi per 1,5 milioni di euro, con un fatturato di 446 mila euro circa e utili per 2.883 euro. Una società collegata a Immobiliare Magenta, in liquidazione, e nella quale era già cessata la carica di Giardiello risulta poi la Miani Immobiliare srl (Natale Capodicasa il nome del liquidatore). Oltre alla società di Giardiello, la Miani Immobiliare faceva capo per il 75% alla Cisep, società di costruzioni con sede a Cassina de' Pecchi (Milano) anch'essa dichiarata fallita nel 2008, a gennaio, su provvedimento dell'autorità giudiziaria di Monza (i curatori fallimentari sono Nadia Farina e Luca Brivio). L'azienda faceva capo a Consiglia Di Nuzzo (e con quote minori a Massimo D'Anzuoni). Il nome di Giardiello risulta poi collegato, con cariche recesse, alla Immobiliare Washington 2002 srl in liquidazione di Milano, e alla CaGi. Srl, sempre con sede a Milano. All'imprenditore edile faceva poi capo in passato anche una società in accomandita semplice, la Edil Casa di Brugherio.

IL GIUDICE - Il magistrato ucciso è il giudice della seconda sezione fallimentare del Tribunale di Milano Fernando Ciampi. L'uomo era della provincia di Avellino. Dolore e sconcerto a Fontanarosa, il piccolo centro della provincia di Avellino, 3.200 abitanti nella Valle del Calore, di cui era originario Fernando Ciampi. Il magistrato, 72 anni, tornava a Fontanarosa almeno una volta l'anno per trascorrere alcuni giorni nella casa di proprietà che si trova nel centro del paese. La sua famiglia è molto nota e apprezzata: suo padre, Mario Ciampi, scomparso alcuni anni fa, per decenni è stato il medico condotto di Fontanarosa. In un incidente giovanile, il magistrato aveva perso l'uso della mano sinistra. Laureatosi giovanissimo alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli, aveva superato brillantemente il concorso per entrare in magistratura. Il sindaco di Fontanarosa, Flavio Petroccione, ha espresso il dolore e la solidarietà della comunità in una nota e in un manifesto di cordoglio.

L'AVVOCATO - L'avvocato, colpito in aula durante l'udienza, è Lorenzo Alberto Claris Appiani. Era stato l'avvocato di Claudio Giardiello ed era in aula come testimone nella causa per bancarotta contro l'uomo che lo ha ucciso sparandogli al torace. Lo racconta all'ANSA lo zio della vittima, l'avvocato Alessandro Brambilla Pisoni, arrivando al pronto soccorso del Fatebenefratelli di Milano. "Giardiello era stato cliente di mio nipote - ricorda l'avvocato - poi aveva iniziato a combinare disastri e lui ha smesso di seguirlo. Sapevo che oggi mio nipote era in aula come testimone in una causa penale perché Giardiello era stato denunciato". Lorenzo Alberto Claris Appiani, 37 anni, viene da una famiglia di legge: sua madre, oggi in pensione, è un avvocato e la sorella è un magistrato. Lui stesso era molto stimato per la sua capacità di analisi del diritto.

IL CO-IMPUTATO - La terza vittima è Giorgio Erba, coimputato di Giardiello.

IL SOCIO DI GIARDIELLO - Ferito anche un nipote e socio di Giardiello nella società "Magenta Immobiliare" di Milano, presente in aula a sua volta come coimputato. Non è chiaro che tra le vittime vi sia anche una quarta persona.

LA TITOLARE DELL'INCHIESTA - Avrebbe dovuto essere Bruna Albertini il pm presente in aula oggi al processo durante il quale Claudio Giardiello imputato per la bancarotta della Magenta Immobiliare, ha sparato e ucciso un avvocato e un coimputato e poi è corso nell'ufficio del Giudice Ciampi per ammazzarlo. Il pm Albertini infatti è il titolare dell'inchiesta che ha portato alla sbarra il killer e questa mattina, essendo impegnata anche in una udienza all'ufficio gip, ha chiesto al pm Luigi Orsi di sostituirla nel dibattimento alla seconda sezione penale. Una sostituzione all'ultimo minuto che per alcuni in procura è stata da un certo punto di vista provvidenziale, in quanto il pm Albertini ha più volte anche interrogato il killer. "Poichè voleva uccidere tutti quelli che riteneva responsabili del suo fallimento - è stato fatto notare al quarto piano di palazzo di Giustizia di Milano - sicuramente avrebbe sparato o comunque fatto del male a Bruna Albertini se solo fosse stata in aula".

Ed è bufera sulla sicurezza. Renzi, falle in sistema
Renzi parla di "falle evidenti". Il guardasigilli Orlando di "gravi errori". Il ministro dell'Interno Alfano chiede celerità nelle indagini per individuare "il responsabile dell'ingresso di un'arma a palazzo di giustizia". Quanto accaduto al Tribunale di Milano, dove un uomo è entrato armato e ha ucciso tre persone, fa balzare in primo piano il tema sicurezza. Nei palazzi di giustizia e non solo, visto che il grave episodio si è verificato nella città che a breve ospiterà l'Expo, e questo induce inevitabili associazioni. Renzi è il primo a frenare: "Ci dovranno essere tutte le indagini del caso, ma da qui a strumentalizzare gli eventi e inserire per l'ennesima volte l'Expo, ce ne passa. Il paese non è in uno stato di terrore", avverte.

"Sono tranquillo", l'episodio "non è collegato a Expo - aggiunte il governatore lombardo Roberto Maroni - ma a una lacuna nel sistema di sicurezza e controllo del tribunale che va subito colmata". E lo stesso Renzi ammette che "il controllo non può permettersi buchi e falle come quelli che ci sono stati nel tribunale di Milano". La gravità della vicenda ha spinto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a convocare un plenum straordinario del Csm. "La società democratica - ha detto il Capo dello Stato - è per sua natura vulnerabile: alle insidie criminali lo Stato risponde con fermezza, nel pieno rispetto dei diritti". Gli inquirenti - ha aggiunto - "faranno piena luce", "spetterà poi ai vertici degli uffici giudiziari di Milano e al ministro della Giustizia prendere i dovuti provvedimenti perché simili fatti non si ripetano".

E se il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, sottolinea che "magistrati, avvocati, personale, tutti i fruitori hanno diritto ad operare in condizioni di assoluta sicurezza", il ministro della Giustizia, che si è recato a Milano, intende convocare in via Arenula, entro una decina di giorni, i procuratori generali presso le corti d'appello. E' sulla base delle loro disposizioni, infatti, che viene effettuata la vigilanza all'interno dei tribunali. E' innegabile che, per la sua stessa dinamica, l'episodio di Milano, sebbene isolato, abbia acceso i riflettori su un problema. I primi elementi resi noti dal procuratore capo di Milano Bruti Liberati dicono che Claudio Giardiello, alle spalle una storia come imputato in una causa fallimentare, è entrato in giacca e cravatta, esibendo un tesserino falso, dall'ingresso, non presidiato da metal detector, da cui entrano anche avvocati e magistrati, che, per prassi, non sono soggetti al più rigido controllo riservato agli altri. Probabilmente sempre di lì è uscito ed è scappato in scooter. Era armato, ma nessuno se n'è accorto: ha ucciso tre persone, tra cui il giudice Ciampi, e ne ha ferite due. Se all'interno del tribunale operano i carabinieri, agli ingressi esterni il servizio è affidato a privati. Come spiega Enrico Doddi, segretario nazionale Ugl sicurezza civile, "il Comune lo ha appaltato a due società: Allsystem e Securpolice. La prima opera con guardie giurate armate. La seconda con addetti non armati".

Tra gli avvocati che frequentano il tribunale, c'è chi dice che i controlli non sono serrati e chi assicura il contrario. Il punto è che ogni giorno al palazzo di giustizia milanese passano dalle 4 alle 5 mila persone. Riproporre controlli ferrei, e molto lunghi, come quelli dell'epoca del terrorismo, comporterebbe altri protocolli, molto personale e forse non è neppure pensabile. Ma ciò non toglie che la sequenza di quanto accaduto oggi dovrà essere esaminata passo passo per capire quale sia stato il punto debole in un sistema, che come ha detto Orlando, "ha visto compiersi un insieme di errori gravi".

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