Test lasciati in bianco oppure compilati a caso. Poche risposte giuste e tanti commenti ridicoli. E ancora flash mob - ribattezzati per l'occasione 'No quiz mob' - e sit-in. Il malumore del mondo della scuola - in continuo crescendo da qualche mese a questa parte - si è riversato pure sui test Invalsi. Dopo le prove della scorsa settimana, somministrate alle scuole primarie, oggi è stata la volta delle classi seconde della scuola superiore. Ma fuori e dentro le aule si è consumato un vero e proprio boicotaggio. "Un fatto gravissimo", denuncia il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini: "strumentalizzare questa questione significa speculare sul futuro dei ragazzi". "Si può essere contro il governo, legittimo - aggiunge il sottosegretario, Davide Faraone, su Twitter - ma boicottare le prove #Invalsi è indecente. È ingiusto per i ragazzi". Voci di condanna unanime anche dalle fila del Pd, ma anche da Forza Italia, favorevole invece alla protesta Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista: "No alla competizione fin dalla scuola dell'infanzia".
Finora i test hanno avuto sempre una partecipazione del 96%, ha ricordato Giannini, mentre quest'anno la percentuale si è attestata, con un consistente calo, all'80%. In particolare ieri, fa sapere l'Invalsi, la partecipazione complessiva si è fermata a quota 77,36%. Ma, ha insistito Giannini, "collegare il momento delle prove Invalsi alla discussione in corso sulla Buona scuola è inaccettabile". La protesta di studenti e prof era cominciata già nella notte con un flash mob della Rete degli studenti davanti al Miur ("gli studenti e i loro traguardi non possono essere misurati con delle crocette") e poi è proseguita poi con manifestazioni dislocate in varie città - a Roma i prof davanti a Montecitorio -, fuori e dentro le classi. L'Unione degli studenti ha chiesto ai colleghi "di non compilare a testa bassa dei test costosi, dannosi, escludenti e antidemocratici". Ma il Pd, "padre" della riforma "Buona scuola", non l'ha digerita. E la replica è arrivata via Twitter.
"È un errore boicottare i test Invalsi. Un errore grave. Un errore che danneggia non il governo, non il Pd, ma i ragazzi", afferma Anna Ascani deputata in Commissione Cultura. "Chi boicotta i test Invalsi è contro la ricerca. Si fa danno ai ragazzi non al governo", aggiunge la collega Simona Malpezzi. "Boicottare le prove #Invalsi significa usare gli studenti a fini politici. La battaglia politica va fatta fuori dalle aule scolastiche", scrive ancora la responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi. Si uniscono al coro anche gli eurodeputati Isabella Del Monte e Nicola Danti: "I test Invalsi sono uno strumento prezioso per migliorare la scuola, utilizzati con profitto in tutta Europa". Anche la responsabile Scuola di Forza Italia, Elena Centemero, definisce "grave" il boicotaggio. Ma per i 5 stelle in Commissione Cultura "è la dimostrazione del fatto che il Renzi e Giannini non hanno il polso della situazione e che non sono grado di arginare una protesta che sfocia nella disubbidienza civile".