La polizia thailandese ha emesso un mandato di arresto contro il giovane sospettato di aver piazzato l'ordigno esploso lunedì sera a Bangkok, aggiungendo di considerare l'uomo "uno straniero". Gli investigatori sono inoltre sulle tracce di altri giovani che appaiono nel video, con una maglietta rossa e una bianca. Nel filmato, per quanto sgranato, i due sembrano far casualmente spazio al ragazzo con la maglietta gialla che poi lascia lo zaino a terra. Successivamente, si soffermano per una decina di secondi coprendo l'ultimo arrivato. La coppia di sospettati si allontana poi insieme, mentre il giovane contro cui è stato emesso il mandato di arresto li segue pochi secondi dopo e si allontana da solo, senza lo zaino.
Il capo della polizia thailandese, Somyot Poompanmoung, ha sostenuto che l'attentato dinamitardo al santuario di Bangkok è stato compiuto lunedì da "una rete" di persone e quindi non solo dal giovane con la maglietta gialla ripreso in uno sgranato video. Lo riportano vari media thailandesi.
Nelle ultime ore si era anche verificata una nuova esplosione a Bangkok, dopo l'attentato che ha provocato almeno 22 morti e decine di feriti, ma di piccola entità e senza vittime secondo i media locali. L'esplosione si è verificata in acqua, nei pressi del molo Sathorn, sul fiume che attraversa la città, sotto il ponte Saphan Taksin, a circa 4 chilometri dal santuario Erawan. In un video diffuso dalle tv locali, si vede l'esplosione, con alti zampilli di acqua.
La polizia thailandese ritiene che la nuova, piccola esplosione, sia collegata a quella di ieri al tempio Erawan, che ha ucciso una ventina di persone. In entrambi i casi, rileva la polizia, si è trattato di un ordigno ricavato da un tubo di ferro imbottito di esplosivo (pipe-bomb). La bomba è stata lanciata nelle acque del Chao Praya da un ponte ed è esplosa dove di solito approdano le barche usate dai turisti.
IL VIDEO DELLA SECONDA ESPLOSIONE
Uomo con t-shirt gialla è l'attentatore - Il giovane vestito con una maglietta gialla e con uno zainetto in spalla visto entrare nel complesso dell'Erawan di Bangkok tre minuti prima dell'esplosione "non è solo un sospetto. E' l'attentatore". Lo ha detto il comandante Prawut Thavornsiri, portavoce della polizia tailandese. Il giovane è stato ripreso dalle telecamere di sicurezza inizialmente con lo zainetto in spalla e nelle immagini successive mentre abbandonava la zona senza lo zaino.
'Vogliono distruggere l'economia e il turismo', afferma il governo thailandese. Cinque kg di tritolo sono scoppiati sotto una panchina a un incrocio vicino tra un tempio e un centro commerciale nell'ora di punta. La polizia thailandese ha intanto diffuso i fermo immagine dell'attentatore, derivati dai filmati delle telecamere di sicurezza nella zona. Nelle immagini, si intravede un giovane dai capelli mossi e con gli occhiali, vestito con una maglietta gialla, entrare nel complesso dell'Erawan alle 18:52 (tre minuti prima dell'esplosione) con uno zainetto in spalla. In un'immagine successiva, l'uomo abbandona la zona senza lo zaino.
Il video dell'attentatore
Il primo ministro thailandese Prayuth Chan-Ocha ha promesso di "affrettarsi a trovare gli attentatori". "E' il peggior incidente mai accaduto in Thailandia", ha detto Prayuth, a capo della giunta militare al potere dal maggio 2014. "Non importa quali fossero le loro intenzioni, ma hanno causato perdite di vite di innocenti", ha aggiunto.
Italiana scampata, 'boato fortissimo'" - La città ora sembra avvolta da un silenzio irreale. Qui è notte, si prova a dormire. #Bangkok". Così Valentina Bortoletto, una giovane trevigiana in vacanza in Thailandia, racconta dal proprio profilo Twitter il clima nella capitale poche ore dopo l'esplosione dell'ordigno che ha causato quasi una ventina di vittime. La ragazza, che lavora all'ufficio stampa della casa editrice 'Marsilio', è scampata per miracolo all'attentato. "Siamo a #Bangkok, stiamo bene. A pochi metri dal luogo dell'esplosione, si è sentito un boato fortissimo", ha scritto in un tweet poco dopo la deflagrazione. Aggiungendo pochi istanti dopo: "Vetri ovunque, polizia, ambulanza, persone in panico. Una situazione irreale". "'Una bomba contro i turisti' - ha aggiunto, proseguendo nel suo racconto in diretta - E la cosa terribile è che i turisti qui, ora, siamo anche noi".
Una bomba all'ora di punta, all'esterno di un popolare santuario, ha causato almeno 22 morti e 123 feriti ieri sera nel cuore del quartiere commerciale di Bangkok. Tra le vittime almeno sette stranieri: due malaysiani, due taiwanesi, due singaporiani e un cinese di Hong Kong.
Una strage che ha scioccato la capitale thailandese. Macabre scene di corpi martoriati si sono presentate ai soccorritori, in una Thailandia che per quanto sia abituata alle divisioni politiche da un decennio, non aveva mai visto un attacco simile. L'ordigno - secondo la polizia contenente almeno tre chili di tritolo - è esploso alle 18:55 locali in un angolo dell'incrocio Ratchaprasong, uno dei principali nel centro. Una telecamera dal lato opposto ha ripreso il momento dell'impatto, tra l'ingresso dell'Erawan e un semaforo: la deflagrazione ha dato alle fiamme alcuni motorini e taxi di passaggio. Ma soprattutto, ha travolto le decine di visitatori del santuario Erawan, ogni giorno meta di migliaia di thailandesi e di turisti, in particolare cinesi. Tredici persone sono morte sul colpo, altre sei in ospedale.
L'attentato non è stato rivendicato, e considerati i precedenti in Thailandia è probabile che tale rimarrà. Diversi esponenti del governo militare hanno rilasciato dichiarazioni contrastanti, alternando accuse indirette al campo del dissenso e valutazioni prudenti. Ma il vicepremier e ministro della difesa Prawit Wongsuwan, ha parlato di attacco "voluto per distruggere l'economia e il turismo". "Chiunque abbia piazzato questa bomba è crudele e intendeva uccidere", ha tagliato corto il capo nazionale della polizia Somyot Poompummuang. "Mettere una bomba in quel punto significa volere vedere un sacco di persone morte". In una Thailandia dove la struttura di potere è tradizionalmente opaca, le speculazioni sulle possibili responsabilità sono già ovunque, specie ora che il Paese è spaccato in due campi politici. Non solo pro o contro il golpe: dato che i militari stanno alimentando incessantemente la propaganda monarchica, ogni espressione di dissenso viene subito considerata un tradimento della patria. Chi appoggia la giunta attribuisce istintivamente l'attacco ai fedeli all'ex premier Thaksin Shinawatra, la cui sorella Yingluck è stata deposta dal golpe dello scorso anno; da quel campo, in serata sono già arrivate categoriche smentite individuali di ex alti esponenti delle "camicie rosse", che nel 2010 occuparono per due mesi proprio l'incrocio Ratchaprasong e furono cacciate con una repressione militare costata 91 morti. Chi è contro il golpe tende a considerare qualsiasi episodio poco chiaro come un lavoro sporco del regime per legittimarsi come difensore della patria.
C'è anche l'ipotesi della guerriglia separatista islamica nel sud, che dal 2004 ha causato oltre 6 mila morti; ma finora non si era mai spinta al di fuori di quelle remote province. E il fatto che di recente la Thailandia avesse rimpatriato in Cina oltre 100 uiguri, la minoranza musulmana discriminata da Pechino, è un'altra pista considerata dato che l'Erawan viene visitato da masse di turisti cinesi. I cui arrivi in Thailandia si sono impennati negli ultimi anni, e potrebbero ora subire un brusco calo per timori sulla sicurezza. L'attacco giunge infatti in un periodo delicatissimo. Con il venerato re Bhumibol (87 anni) sempre più debole e una successione delicata all'orizzonte, la giunta sta lanciando crescenti segnali di voler restare al potere a lungo, rinviando con continui espedienti la transizione verso la democrazia e reprimendo il dissenso. Proprio ieri, a Bangkok era una giornata di festa: decine di migliaia di fedeli alla monarchia hanno partecipato a una pedalata di beneficenza in onore dell'anziana e malata regina. Ventiquattro ore dopo, quelle celebrazioni hanno lasciato spazio all'orrore.