Ha dovuto essere amputato l'avambraccio sinistro di un uomo di 30 anni che, ieri sera, a Potenza, in una contrada di campagna, partecipava come figurante a una rievocazione storica del brigantaggio durante la quale, per lo scoppio di un fucile di scena, due suoi colleghi - che impersonavano dei soldati - sono rimasti uccisi (uno all'istante, l'altro dopo l'arrivo in ospedale).
L'uomo al quale è stato amputato l'avambraccio era stato colpito da numerose schegge che gli avevano ferito il braccio dopo aver trapassato la manica della divisa: ora è in chirurgia d'urgenza, nell'ospedale "San Carlo" di Potenza, con una prognosi di 30 giorni.
Ha trascorso la notte in rianimazione, invece, il bambino di cinque anni ferito dallo scoppio: una scheggia di ferro lo ha ferito a un polmone, al diaframma e al fegato. E' stato operato appena arrivato in ospedale e ora è in rianimazione: la prognosi per lui è riservata. Una donna di 37 anni ha invece riportato una frattura al braccio destro: guarirà in un mese. Altre due persone - si è saputo dall'Azienda ospedaliera potentina - sono state medicate per escoriazioni di poco conto e sono state dimesse già nella tarda serata di ieri. Stamani, intanto, sono continuate le indagini della Polizia per ricostruire quanto è avvenuto in contrada "Dragonara": gli investigatori hanno fatto altro rilievi dove è avvenuto lo scoppio; la loro attenzione si concentra sul fucile che è esploso mentre sei figuranti che impersonavano dei soldati dovevano fucilare, sempre nella finzione scenica, una brigantessa.
Il sindaco di Potenza, Dario De Luca, si è recato nell'ospedale della città per visitare i feriti. Poi ha annunciato che a Potenza quella dei funerali delle due vittime sarà una giornata di lutto cittadino.