"Il fatto che sia morto nell'anno giubilare della misericordia ci fa pensare che il cuore del signore è più grande e viene per purificarci". Lo ha detto il parroco della Chiesa della Misericordia di Pistoia, don Pierluigi Biagioni, durante l'omelia al funerale di Licio Gelli, l'ex venerabile della P2 morto a 96 anni. "Il cammino di una vita lunga - ha aggiunto il parroco - aiuta a far comprendere la necessità dell'amore. Sennò tutto perde senso, anche il potere e l'agio perdono senso senza amore". Il parroco ha chiesto "la purificazione, affinché nell'amore del signore possa essere accolto. Chiediamo con fiducia la misericordia del signore". "Dio ci permette un cammino di conversione, di verità, quella del Vangelo - ha aggiunto - Ognuno di noi e' chiamato a vedere il volto del Signore e le lunghe vite sono occasioni che ci mette a disposizione delle persone, grazie anche alla fragilità, che fa capire di non essere onnipotenti".
Gelli sarà tumulato nella cappella di famiglia nel cimitero monumentale della Misericordia di Pistoia, dove già riposa la prima moglie, Wanda. L'abito funebre di Licio Gelli: spilla fascista sul risvolto della giacca e gli occhiali riposti nel taschino, all'anulare destro un anello con stemma nobiliare
Il "burattinaio", "Belfagor", "il venerabile". Ovvero, Licio Gelli. L'ex gran maestro della P2, che tante volte e' tornato nella storia della prima e della seconda Repubblica tra rapporti occulti con il potere, vicende giudiziarie, arresti, fughe e guai col fisco, è morto nella sua dimora 'storica' Villa Wanda, alle porte di Arezzo. Nato a Pistoia il 21 aprile 1919, a 18 anni si arruolo' come volontario nelle "camicie nere" di Franco in Spagna. fu fascista, 'repubblichino' e poi partigiano. Il 16 dicembre 1944 sposa Wanda Vannacci dalla quale ebbe quattro figli. Dopo la guerra si trasferisce in Sardegna e in Argentina, dove si lega a Peron e Lopez Rega. Tornato in Italia comincia a lavorare nella fabbrica di materassi Permaflex e diventa direttore dello stabilimento di Frosinone. Poi diventa socio dei fratelli Lebole e proprietario dello stabilimento Gio.Le di Castiglion Fibocchi. Nel 1963 Gelli si iscrive alla massoneria. Nel 1966 il Gran maestro Gamberini lo trasferisce alla loggia "Propaganda 2", nata a fine Ottocento per permettere l'adesione riservata di personaggi pubblici. Nel 1975 si decide lo scioglimento della P2, che però grazie a Gelli, che da segretario diviene gran maestro, rinasce più forte e allarga i suoi tentacoli in ogni ramo del potere. Quando, il 17 marzo 1981, i giudici milanesi Turone e Colombo, indagando sul crack Sindona, arrivano alle liste, per il mondo politico italiano e' un terremoto.
Negli elenchi ci sono quasi mille nomi tra cui ministri, parlamentari, finanzieri come Michele Sindona e Roberto Calvi, editori, giornalisti, militari, capi dei servizi segreti, prefetti, questori, magistrati. C'e' anche il nome di Berlusconi. La P2 risulta coinvolta direttamente o indirettamente in tutti i maggiori scandali degli ultimi trent'anni della storia italiana: tentato golpe Borghese, strategia della tensione, crack Sindona, caso Calvi, scalata ai grandi gruppi editoriali, caso Moro, mafia, tangentopoli. Il 22 maggio 1981 scatta il primo ordine di cattura, ma Gelli e' irreperibile. Verra' arrestato a Ginevra il 13 settembre 1982. Rinchiuso nel carcere di Champ Dollon, evade il 10 agosto 1983. Il 21 settembre 1987 si costituisce a Ginevra. Torna a Champ Dollon, che lascia il 17 febbraio 1988 estradato in Italia. L'11aprile ottiene la liberta' provvisoria per motivi di salute. Il 16 gennaio 1997 c'e' un nuovo ordine di arresto, ma il ministero della Giustizia lo revoca: il reato di procacciamento di notizie riservate non era tra quelli per cui era stata concessa l'estradizione. Il 22 aprile 1998 la Cassazione conferma la condanna a 12 anni per il Crack del Banco Ambrosiano. Il 4 maggio Gelli e' di nuovo irreperibile: la fuga dura più di quattro mesi. Gli vengono concessi i domiciliari, che sconterà a Villa Wanda, la residenza dove è morto e che nell'ottobre 2013 gli venne sequestrata a conclusione di una indagine per un debito col fisco; la magione - nella quale tuttavia continuo' a vivere - è rientrata nella sua disponibilità pena nel gennaio scorso per la dichiarata prescrizione dei reati fiscali. Nell'aprile 2013 i pm di Palermo dell'inchiesta Stato-mafia lo hanno sentito per gli intrecci tra P2, servizi ed eversione.
INTERVISTA TV DI GELLI: 'Non ho bisogno di essere riabilitato, ascoltavo le voci della coscienza'
Presidente familiari vittime strage Bologna, 'fu mandante' - "Io andrei a perquisire Villa Wanda". Nella speranza di trovare qualcosa che riguarda la strage di Bologna? "Bologna, o altre cose. Non si sa mai. Un'occhiata secondo me bisognerebbe dargliela". E' l'opinione di Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione familiari delle vittime dell'attentato alla stazione. Bolognesi, raggiunto al telefono dall'ANSA per un commento sul ruolo di Gelli nelle vicende che riguardano il 2 agosto 1980, ricorda di aver presentato recentemente un esposto alla Procura di Bologna "che ipotizza un coinvolgimento di Gelli non solo come depistatore, ma in modo molto più pesante, come mandante della strage. Speriamo che i giudici procedano a fare la loro parte". Ipotesi che deriverebbe, secondo Bolognesi, dall'analisi dalle carte di una serie di processi, in particolare da quelle sul crac del Banco Ambrosiano.