Migliaia di sfollati tra Lazio e Marche dopo il sisma che ha devastato l'area. I soccorritori hanno allestito in fretta e furia centri di accoglienza per la notte. Una notte che sarà dominata dalla paura. Sono quasi quattromila tra le due regioni le persone costrette a lasciare le proprie case o quelle affittate per le vacanze. Il numero più alto ad Accumoli, epicentro del terremoto che ha fatto strage. Qui gli sfollati sono 2.500, molti i villeggianti per i quali si sta allestendo un riparo, con il sindaco che comunque li invita a lasciare il paese. A Pescara del Tronto, martoriata con un bilancio provvisorio di 20 morti, la Protezione Civile conta di poter ospitare fino a 250 persone, grazie alle tende montate dai volontari e erette accanto ad una cucina che servirà ad offrire un pasto caldo. Un altro grande centro è stato allestito a Rieti, mentre gli albergatori dell'Aquila mettono a disposizione le proprie strutture. Ovunque è il terrore che domina gli sguardi dei sopravvissuti. "Ancora non sappiamo dove andare", lamenta una famiglia di Arquata, dopo essere scampata miracolosamente alla devastazione di Pescara del Tronto. Il campo sportivo del paese è stato trasformato nel quartier generale dei soccorritori.
Le tende verranno montate solo domattina. Ma i vecchi brontolano: non vogliono allontanarsi dalle loro case e dalla loro vita. Chi può mette al riparo mobili, elettrodomestici, e qualsiasi cosa sia stata risparmiata dal sisma. Ma si dormirà fuori, alla peggio nelle auto parcheggiate sui prati. Un gruppetto di diciottenni ha scelto di ripararsi in una giostra per ragazzini: "L'importante è che stiamo tutti insieme, questa è casa nostra", dicono tra rabbia e commozione. Temono anche loro "un'altra schicchera", una nuova scossa violenta. E non vogliono muoversi dalla giostra. Tra i più anziani quello che fa più terrore è un'altra minaccia, il crollo della vicina diga di Scaldarello. Il terremoto, che qui è stato apocalittico, li ha scioccati: "Mai vista una cosa del genere in oltre cinquant'anni". In quasi tutte le frazioni dell'area le strade sono deserte. Famiglie in lacrime caricano i bagagli in auto e vanno dai parenti a Roma, Firenze, Ancona, o se possibile ancora più lontano. Tutto intorno scende il silenzio, e la paura domina i cuori di migliaia di persone.