Preoccupati per lo sciame sismico in atto e la vulnerabilità sismica della loro scuola, gli studenti del Liceo Cotugno dell'Aquila, sostenuti da genitori e insegnanti, mercoledì si sono riuniti in sit in davanti all'istituto: l'edificio è agibile sì ma, secondo quanto si è appreso, ha un basso indice di sicurezza sismica. Inoltre 5 aule del liceo sono chiuse per lavori. Gli studenti hanno deciso per una protesta ad oltranza - accompagnati dallo slogan #SicuriDaMorire - fin quando non sarà fatta chiarezza sulla struttura, di proprietà della Provincia, che ospita in via Leonardo da Vinci tre dei quattro indirizzi della scuola, Classico, Linguistico e Scienze Umane, per un totale di circa 1200 studenti. In alternativa si chiedono soluzioni anche provvisorie che consentano di riprendere al più presto l'attività didattica.
I genitori degli studenti hanno scritto alle autorità locali riportando i dati di uno studio di verifica sismica che rileverebbero "una assoluta inadeguatezza della struttura a reggere i carichi permanenti" nonché "a sopportare le sollecitazioni di un eventuale movimento tellurico". Le famiglie chiedono quindi, visto l'attuale sciame sismico, di dislocare la scuola in locali che possano garantire la sicurezza di chi la vive ogni giorno.
Nasce il Comitato Scuole Sicure.
La ricostruzione della vicenda - Le preoccupazioni sulla sicurezza dell'edificio sono emerse dopo che alcuni genitori, preoccupati già dalle scosse di fine ottobre, hanno ottenuto con richiesta di accesso agli atti alla Provincia la documentazione completa sullo studio di vulnerabilità sismica dell'edificio. Uno studio, riferisce la docente Annalucia Bonanni, che la Provincia aveva realizzato nel 2013, ottemperando all'obbligo dell'O.P.C.M. 3274 del 2003. "Questo studio - prosegue la nota -, di cui sono usciti sulla stampa in questi giorni alcuni estratti e tabelle, rileva per la maggior parte dei corpi della struttura indici di vulnerabilità sismica molto bassi, che vanno dallo 0% al 26%, di quanto richiesto dalle attuali norme affinché la struttura possa essere considerata adeguata. Solo due corpi dell'Istituto, corrispondenti ad Aula Magna e Palestra, risulterebbero adeguati".
La conclusione dello studio, secondo quanto riferito da genitori e docenti, è che "la verifica statica sarebbe soddisfatta (e nemmeno per tutti i corpi dell'edificio) solo se si dimezzassero i carichi, ma le norme in questo caso imporrebbero di destinare l'edificio ad altro uso (è bene sottolineare che si parla in questo caso di sola verifica statica, che non tiene dunque conto dei carichi dinamici come quelli di un terremoto)".
In queste condizioni, anche se i sopralluoghi effettuati negli ultimi giorni non hanno rilevato danni strutturali con le recenti scosse, gli studenti, sostenuti dai genitori, non se la sentono di tornare tra i banchi.
Lunedì 23 si è quindi tenuto un consiglio d'istituto: i rappresentanti delle varie componenti scolastiche hanno chiesto che "la Provincia si pronunci in merito all'agibilità della struttura tenendo conto dei dati emersi, approfondendo e completando, se necessario, lo studio sulla vulnerabilità e dando chiarezza definitiva sulla sicurezza della struttura in caso di evento sismico".
I genitori hanno inoltrato una diffida alle autorità dicendosi "sorpresi e sgomenti del fatto che la Provincia fosse a conoscenza della situazione di (in)sicurezza dell'edificio e non abbia preso nessun provvedimento e invitano le autorità competenti ad adottare i provvedimenti opportuni per garantire l'incolumità a studenti e personale, riservandosi di informare la Procura della Repubblica".
Nel frattempo molti Comuni hanno chiuso sine die le scuole .
La domanda, alla luce delle scosse in atto è: quanti Comuni oggi conoscono la sicurezza degli edifici pubblici e la vulnerabilità sismica? Il problema, denunciato da molti, è la mancanza di fondi per le verifiche sugli edifici pubblici, una normativa introdotta nel 2003 dopo il disastro della scuola di San Giuliano di Puglia.