Balzo in avanti dell'Italia nella classifica annuale di Reporters sans Frontieres, l' organizzazione per la libertà dell'informazione, che guadagna 25 posizioni nella classifica mondiale passando dal 77esimo al 52esimo posto. Restano "intimidazioni verbali o fisiche, provocazioni e minacce", e "pressioni di gruppi mafiosi e organizzazioni criminali". Tra i problemi indicati anche l'effetto di "responsabili politici come Beppe Grillo che non esitano a comunicare pubblicamente l'identità dei giornalisti che danno loro fastidio".
#RSFIndex: Democracies falling, advent of strongmenhttps://t.co/ibhxQLpj75 pic.twitter.com/aZaAFzoccR
— RSF (@RSF_inter) 26 aprile 2017
Mai la libertà di stampa "è stata così minacciata", secondo il rapporto 2017 di Reporters Sans Frontieres (RSF), l'organizzazione con base in Francia che vigila sullo stato dell'informazione. La situazione viene definita "difficile" o "molto grave" in 72 paesi, fra cui Cina, Russia, India, quasi tutto il Medio Oriente, l'Asia centrale e l'America centrale, oltre che in due terzi dell'Africa. Ventuno i paesi classificati come "neri", in cui la situazione della libertà di stampa è "molto grave": fra questi Burundi 160/o su 180), Egitto (161) e Bahrein (164). Ultima assoluta, come negli ultimi anni, la Corea del Nord, preceduta da Turkmenistan ed Eritrea. Male anche Messico (147) e Turchia (155). In testa alla classifica, sempre i paesi del Nord Europa, ma la Finlandia cede il primo posto che deteneva da 6 anni alla Norvegia, a causa di "pressioni politiche e conflitti d'interesse".
"Oggi ho scoperto di essere io la causa del problema di libertà di stampa in Italia. Lo afferma il rapporto di Reporters Sans Frontieres appena pubblicato. Mi ha aperto gli occhi". Così Beppe Grillo dal suo blog: "la colpa è mia", ironizza.