Circa due terzi degli internauti italiani non si fidano della gestione dei loro dati personali da parte dei social network e dei motori di ricerca, eppure la metà tende a non leggere le informazioni fornite sulla privacy. I dati, che arrivano ad alcuni mesi di distanza dallo scandalo Facebook-Cambridge Analytica, emergono da un rapporto di Agi-Censis presentato stamani alla Camera in occasione dell'Internet Day.
In base alla ricerca, condotta il mese scorso, il 69,6% degli italiani non si fida dei social, e il 60,5% dei motori di ricerca, in merito alla gestione dei dati personali. Migliore la situazione della fiducia nei confronti di altri soggetti: tre persone su cinque si fidano delle piattaforme di e-commerce come Amazon o Ebay, e delle aziende pubbliche (energia, rifiuti, mobilità): il 72,5% ha fiducia negli istituti di credito e il 76,6% in enti pubblici come Inps, Inail e Agenzia delle entrate.
In tema di privacy, il 48,3% degli intervistati ammette di non leggere le informazioni fornite; il 19,6% le legge ma non sa come comportarsi e solo una persona su tre (32,2%) afferma di leggerle e di fare delle scelte precise. D'altro canto, il fatto di essere identificabili e tracciabili in rete non preoccupa. Per il 65,8% è il prezzo inevitabile della rete globale, mentre per il 20% rappresenta un rischio per la democrazia e la sicurezza di cui ancora non ci si rende conto.
In merito a Cambridge Analytica, lo scandalo non ha condizionato il comportamento su Facebook del 47,7%.Il 48,4% è invece intervenuto modificando i propri comportamenti e le condizioni della privacy, e il 2,7% ha cancellato il profilo.