"Darei un segnale di cesura forte anche ricorrendo a una pausa nelle manifestazioni sportive, per una proficua riflessione di chi vi prende parte, ma lascio alle autorità competenti la valutazione". Così il premier Giuseppe Conte sulla morte dell'ultrà e i cori razzisti a San Siro. "Sono molto costernato - ha aggiunto -, scoprire e non è la prima volta che una manifestazione sportiva é occasione di scontri violenti, aggressioni civili e ci è scappato anche il morto". "I cori razzisti sono discriminatori e incivili. Sospendere (il campionato)? Non sono dentro la logica del mondo dello sport, la mia sensibilità é che bisognerebbe dare un segnale forte, Giorgetti (sottosegretario allo sport, ndr) ha detto lo stesso", ha affermato Conte. "Da cittadino dico che sono comportamenti inaccettabili e servirebbe una severa sanzione", ha detto ancora il premier sui fatti dell'ultima giornata di campionato.
IERI LA DECISIONE DI NON FERMARE IL CAMPIONATO NONOSTANTE LE VIOLENZE - IL PUNTO
La Serie A non si ferma,ma la reazione del mondo del calcio ai fatti di Inter-Napoli è di quelle pesanti. Il giudice sportivo ha scelto la stangata per la società nerazzurra: due gare a porte chiuse (contro Sassuolo in campionato e Benevento in Coppa Italia) più una terza da disputare senza la curva (con il Bologna) per i cori anti-napoletani e gli ululati verso Koulibaly durante la sfida contro i partenopei.
Un segnale forte, per provare almeno a rallentare l'escalation di questi comportamenti. Sanzione contro cui l'Inter al momento non ha ancora deciso se fare ricorso, trattandosi di un argomento particolarmente sensibile. Intanto però dalla società è arrivato una presa di posizione forte che richiama i valori fondanti e storici del club: "Dal 9 marzo del 1908 Inter significa integrazione, accoglienza e futuro - si legge nella nota -. Noi lottiamo da sempre per un futuro senza discriminazioni. Ci impegniamo nel territorio facendoci portavoce di questi valori che sono da sempre un vanto per il nostro club". E poi la chiosa: "Da 110 anni abbiamo detto no ad ogni forma di discriminazione. Per questo ci sentiamo in dovere oggi, una volta di più, di affermare che chi non dovesse comprendere e accettare la nostra storia, questa storia, non è uno di noi", conclude la società nel comunicato.
"L'Inter è un club con grandissimi principi", ha aggiunto il presidente nerazzurro Steven Zhang, mentre contro il razzismo si è schierato anche il capitano Icardi: "Sono deluso per quanto successo ieri a San Siro". Una condanna chiara verso i protagonisti di queste azioni deplorevoli, mentre la società è in attesa anche delle decisione della Questura di Milano, che, in seguito agli scontri nel pre-partita, ha già preannunciato la volontà di chiedere la chiusura della Curva fino al 31 marzo 2019 e il divieto di trasferta fino a fine stagione. A muoversi in questo senso è stata intanto la Prefettura di Firenze, che ha chiuso il settore ospiti per la sfida Empoli-Inter di sabato.
Tifoseria nerazzurra nel mirino, quindi, ma la polemica è ruotata anche intorno al mancato stop della gara dopo i numerosi cori e buu verso i napoletani e verso Koulibaly. "Per me la partita andava sospesa", ha spiegato il procuratore federale Giuseppe Pecoraro. Ma il questore Cardona ha replicato: "I cori sono ricominciati a 5' dalla fine, a quel punto è stato meglio far terminare la partita per evitare rischi". Parole a cui ha fatto eco il presidente della Figc Gabriele Gravina: "l'arbitro ha preso tutte le decisioni giuste. Vogliamo cambiare le norme sulla sospensione per renderle più facili. È il momento della tolleranza zero, ma il campionato non si ferma". Nessuno stop, quindi, in Serie A, ma la richiesta di Gravina è quella di abbassare i toni, con chiaro riferimento alle accuse e controaccuse tra De Laurentiis e Allegri negli ultimi giorni: "non accetteremo più certe dichiarazioni a tutela del proprio orticello: innescano reazioni strane".