Sulla scia degli scandali sessuali made in Usa, era stato definito l'Harvey Weinstein italiano e aveva dovuto lasciare le sue quote della società Wildside e rinunciare alla firma sul film da lui scritto e diretto per Warner Bros 'Poveri ma ricchissimi', vedendo parallelamente naufragare il suo matrimonio. Ma oggi per il regista Fausto Brizzi è arrivata l'archiviazione da parte del gip di Roma Alessandro Arturi, che ha rigettato l'opposizione da parte delle tre donne che lo avevano accusato di violenza sessuale. "Si chiude così definitivamente la vicenda relativa allo scandalo delle molestie apertasi con i servizi delle Iene", sono le prime parole all'ANSA del legale del regista, Antonio Marino.
La replica delle Iene non si fa attendere: "Per noi la vicenda non finisce con l'archiviazione. Perché il regista non ha mai affrontato e querelato Le Iene? Siamo pronti a portare davanti ad un tribunale le dettagliate testimonianze che abbiamo raccolto", scrive in una nota la redazione del programma di Mediaset che aveva lanciato l'inchiesta di Dino Giarrusso (poi entrato in politica con il M5S) relativa al presunto scandalo delle molestie intervistando una serie di ragazze, quasi tutte a volto coperto e con la voce camuffata, che accusavano Brizzi.
Il gip di Roma Alessandro Arturi definisce "evanescenti" ed "impalpabili" le iniziative di presunta prevaricazione messe in atto dall'indagato. "L'impianto narrativo articolato nell'atto di querela" di V.M. "non consente di individuare, neppure in astratto, elementi fattuali qualificanti l'assunta violenza sessuale": è uno dei passaggi del decreto di archiviazione. A fronte della ricostruzione dell'incontro con Brizzi da parte di V.M., una delle tre donne che hanno denunciato il regista, il gip esclude la costrizione all'atto sessuale e anche un presunto abuso di autorità sottolineando che, "in caso di comportamento poco compiacente", la donna avrebbe rischiato di perdere "200 euro per due comparsate nell'ambito del film in lavorazione", una contropartita giudicata dal gip non sufficiente a configurare una possibile "posizione di preminenza per estorcere favori sessuali".
Per le altre due ragazze, A.B e I.P., la querela è stata "tardiva" perché oltre i termini di prescrizione di sei mesi previsti dalla legge italiana per casi come questo, e comunque "non ci sono gli estremi per il delitto di violenza sessuale", scrive ancora il gip. Alla luce delle accuse, nel novembre 2017, Brizzi aveva dichiarato: "Mai e poi mai nella mia vita ho avuto rapporti non consenzienti", sospendendo il suo lavoro.
Già frequentatore della Leopolda di Matteo Renzi, aveva incassato molti attestati di solidarietà soprattutto nell'ambito cinematografico. L'ex premier oggi interviene con un tweet.
Per mesi lo hanno mediaticamente massacrato con accuse di molestia infondate. Adesso tutto è stato archiviato. Qualcuno da stasera deve chiedere scusa a Fausto Brizzi.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 23 gennaio 2019
Aveva chiesto "il massimo rispetto della privacy" della sua famiglia mentre la moglie Claudia Zanella, con la quale ha una figlia, aveva affidato ad una lettera accorata i suoi sentimenti di donna "addolorata" perché le accuse rivolte a Fausto "non corrispondevano in nessun modo alla persona" al suo fianco.
"Gli sono vicina - scriveva - perche' è cosi' avviene tra una moglie e un marito quando si affrontano periodi difficili". Oggi il matrimonio sembra naufragato, con i settimanali di gossip che ritraggono il regista accanto ad un'altra donna, Silvia Salis, campionessa italiana di lancio del martello, mentre il prossimo 21 febbraio il nome di Brizzi tornerà sul grande schermo con il film 'Modalità aereo', prodotto da Eliseo Cinema con Rai Cinema e distribuito da 01.