E' morto Gianni de Michelis, ex esponente di spicco del Psi di Craxi, di cui è stato a lungo vicesegretario e capogruppo alla Camera. Dall'89 al '92 De Michelis è stato ministro degli Esteri, firmando tra l'altro i Trattati di Maastricht. Tra gli altri incarichi di governo anche quello di ministro del Lavoro. Veneziano, aveva 78 anni.
De Michelis uscì di scena con Mani Pulite. "I procedimenti contro di me furono una trentina - ricordò al Corriere della Sera - Per non diventare matto, mi dissi che dovevo trovarmi qualcosa da fare. E passare dalle discoteche alle biblioteche". Pur fiero delle radici veneziane, De Michelis è il ministro che più ha rappresentato la 'Milano da bere'. Le serate 'goderecce' del socialista dai capelli lunghi e dal fisico rotondo erano la fotografia di un'Italia che voleva mostrarsi dinamica e spensierata. Gli piaceva la bella vita e belle donne. E se ne circondava.
"La condizione per fare politica - raccontò a una tv tedesca - era di potermi divertire. Ballavo di notte, ma dopo 14 ore di lavoro al ministero. Però le mie feste erano le più belle, anche di quelle di Pomicino". Enzo Biagi soprannominò de Michelis "un avanzo di balera". Lui non se la prese troppo. Con Claudio Martelli e Giuliano Amato, De Michelis fu uno dei protagonisti della svolta socialista del 1976 quando, al comitato centrale riunito all'Hotel Midas, Craxi spodestò Antonio De Martino dalla segreteria. "Gianni - ha ricordato Stefania Craxi - è stato un compagno leale di mio padre, nella buona e nella cattiva sorte. Non gli fece mai mancare la sua vicinanza negli anni dell'esilio tunisino". Anche Bobo Craxi ha riconosciuto a De Michelis "una lealtà che non era servile, ma frutto di coerenza e intelligenza".
De Michelis era ricoverato da qualche giorno all'ospedale di Venezia, per il peggioramento delle condizioni generali di salute, riferisce Nereo Laroni, ex deputato socialista ed ex sindaco di Venezia. Non riusciva più ad alimentarsi, ed era stato necessario il ricovero. "Ero stato a trovarlo a casa l'ultima volta una quindicina di giorni fa - ha detto Laroni - e purtroppo non era più cosciente".
"Gianni è stato un grande uomo di governo ed un compagno leale di mio padre, nella buona e nella cattiva sorte, a cui non fece mai mancare la sua vicinanza negli anni dell'esilio tunisino", scrive Stefania Craxi, senatore di Forza Italia, ricordandolo. "Gianni, genio e sregolatezza, visionario lucido con lo sguardo sempre proteso oltre il confine, è stato innanzitutto un socialista generoso e coraggioso che ha saputo attraversare anche le stagioni più infami e buie della storia socialista e del paese con la schiena dritta, senza abiure, difendendo sempre il ruolo ed il primato della politica".
"Scompare con la morte di Gianni De Michelis uno dei protagonisti della attività di governo dell'ultima parte del Novecento". Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Intelligente e appassionato esponente della causa socialista ha segnato con la sua azione una significativa stagione della politica estera del nostro Paese, nella fase che faceva seguito al venir meno del contrasto est/ovest. Le sue intuizioni e il suo impegno sulla vicenda europea, dei Balcani, del Medio Oriente e del Mediterraneo, hanno consolidato il ruolo internazionale dell'Italia e contribuito alla causa della pace e della cooperazione internazionale", conclude il capo dello Stato.