Dopo un breve cenno di rallentamento, il ghiacciaio di Planpincieux ha ripreso la sua inesorabile discesa sulla Val Ferret, alla velocità di "alcune decine di centimetri al giorno". Lo confermano i primi dati dello speciale radar installato per controllare, giorno e notte e in qualsiasi condizione di visibilità, la massa instabile che minaccia di precipitare da un momento all'altro. Si potrà essere più precisi solo nei prossimi giorni, quando sarà definitivamente regolato lo strumento di misura collocato a una distanza di 2.000 metri dal ghiacciaio. Le parziali informazioni di oggi sono perfettamente compatibili con quelle già fornite dal sistema di monitoraggio fotografico, operativo dal 2013, che ha indicato ieri uno spostamento di 30 centimetri e oggi di 35 centimetri.
La lingua che scende dalle Grandes Jorasses scivola e continua anche a sgretolarsi: negli ultimi due giorni sono stati 2.500 i metri cubi di materiale caduti, pari all'1% della massa complessiva. Questa potrebbe essere una buona notizia, ma i tecnici non abbandonano la cautela: "A questo punto potrebbe cadere in piccole porzioni, che è quello che speriamo, ma nessuno può dire che non cada in un pezzo unico da 250 mila metri cubi", spiega il glaciologo Fabrizio Troilo, esperto della Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur. In assenza di modelli matematici precisi "si è aumentato il livello di analisi, oltre a tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora, a dimostrazione che su questa vicenda stiamo facendo tutto il possibile", assicura l'assessore al territorio valdostano Stefano Borrello.
Alta è anche l'attenzione del Governo nazionale. Dopo le dichiarazione di ieri del premier Conte da New York, oggi è il ministro dell'Ambiente Sergio Costa a intervenire sulla vicenda: "Stiamo seguendo insieme alla Regione, ma là l'elemento è simbolico, perché il problema riguarda i ghiacciai. C'è una situazione preoccupante dei ghiacciai che ci parlano di un'emergenza climatica". L'emergenza riguardante l'isolamento della Val Ferret è in via di soluzione: domani sarà aperta una strada alternativa a quella comunale, chiusa da un'ordinanza del Comune di Courmayeur per il pericolo che l'eventuale crollo arrivi sulla carreggiata.
Se dunque i proprietari e i gestori delle attività in questa zona potranno andare e venire senza limitazioni, rimane la grande incognita sulla durata dell'allerta. Su questo argomento nessuno a Courmayeur vuole pronunciarsi, né i politici e nemmeno i tecnici: "le previsioni le fanno gli astrologi e gli indovini - precisa Davide Bertolo, responsabile del servizio geologico della Regione Valle d'Aosta - noi parliamo di probabilità elevata di accadimento di un fenomeno e non siamo in grado di prevedere se questo accadrà, sicuramente o no, tutto o in parte, ma le condizioni di pericolo sono tali per cui devono essere giustificate le misure di protezione civile che vengono adottate".