Arriva un'intesa politica di massima sulla manovra e spunta la prima bozza completa della legge di bilancio. Servirà un nuovo vertice per definire l'accordo finale nella maggioranza, ma i 93 articoli del testo definiscono per la prima volta i dettagli. L'ossatura resta quella approvata in Consiglio dei ministri il 15 ottobre: la legge di bilancio vale 30 miliardi e la parte del gigante la fanno i 23 miliardi che servono a bloccare l'aumento dell'Iva. Ci sono 3 miliardi di tasse sul lavoro e il superbonus da 3 miliardi, dal 2021, a chi paga con carta di credito. Ma spuntano anche novità, a partire dalla scelta di congelare, a garanzia della tenuta dei conti, un miliardo di spese dei ministeri. Nel pacchetto per la famiglia arriva l'aumento del bonus asili nido per i redditi più bassi.
La bozza di manovra è quasi un suggello all'accordo "sostanziale" raggiunto nel pomeriggio in un vertice di governo di ore. Giuseppe Conte all'inizio dell'incontro fa un appello ai rappresentanti della maggioranza che sa di ammonimento: "E' Palazzo Chigi, questa sede, il luogo deputato a fare chiarezza. E' qui che dovete avanzare i vostri dubbi, sulla manovra o su altro, per un lavoro che sia davvero di squadra e nel segno dell'unità, lasciando che le polemiche non trovino dimora sui giornali gettando ombre sul governo". Lo ascoltano Luigi Di Maio, con cui i rapporti sono assai tesi e che lascia il vertice in anticipo per incontri pentastellati, Dario Franceschini, Roberto Speranza, Teresa Bellanova. Al suo fianco il premier ha il ministro Roberto Gualtieri che a fine riunione ostenta "molta soddisfazione": "Ha avuto effetto", sottolinea, anche la richiesta di Nicola Zingaretti di essere meno litigiosi per non rischiare la crisi e il voto. Quanto ai contenuti, a chi gli chiede di nodi fino all'ultimo aperti come quello della flat tax per le partite Iva, il ministro spiega che è stato "risolto tutto". E assicura di non essere affatto preoccupato dai rilievi della Commissione Ue. La novità del vertice di maggioranza è lo stop all'aumento della cedolare secca sugli affitti ma nella bozza compare la versione vecchia, con cedolare al 12,5%: dovrà essere corretta per mantenerla al 10%. Per il resto, nelle 79 pagine di testo, si vedono confermati i capisaldi della prima legge di bilancio "giallorossa". Arrivano 3 miliardi per incentivare chi paga con carte e bancomat: per i dettagli del "cashback" bisognerà aspettare, perché sarà un decreto del ministero dell'Economia da emanare entro aprile 2020, sentito il Garante della Privacy, a stabilire come e quando distribuire i "rimborsi in denaro".
Viene poi istituito un fondo da tre miliardi nel 2020 e 5 miliardi nel 2021 per tagliare le tasse ai lavoratori: anche in questo caso, sarà una legge collegata alla manovra a definire le modalità. Da settembre viene abolito il superticket (185 milioni il costo). Mentre arrivano la sugar tax sulle bevande analcoliche con aggiunta di zuccheri (10 euro per ettolitro) e la tassa sulla plastica (1 euro al chilogrammo). La tassa sulla fortuna sale dal 12% al 15% per vincite sopra i 500 euro. C'è poi il pacchetto famiglia. Raddoppia il bonus asili nido, da 1500 a 3000 euro, per le famiglie con Isee fino a 25mila euro: per chi guadagni fino a 40mila euro il voucher arriva a 2500 euro, per gli altri resta a 1500 euro. Il bonus bebè varrà anche per i nati del 2020 ma diventerà universale. Sarà composto da tre scaglioni, aumentati del 20% per il secondo figlio: 160 euro al mese per il primo anno di vita (o di adozione) fino a 7mila euro di Isee, 120 euro al mese fino a 40mila euro di Isee e 80 euro al mese per chi supera questa soglia. Il congedo per i papà sale da cinque a sette giorni. Viene confermato lo stop al canone Rai per gli anziani a basso reddito. Sulla casa vengono rinnovati i bonus per ristrutturazioni, per l'acquisto di mobili e arriva la detrazione al 90%, senza limiti di spesa, per rifare le facciate dei palazzi ( non c'è per ora il bonus verde). Viene finanziato il fondo di garanzia per la prima casa e nasce un nuovo fondo da 853 milioni fino al 2033 per la "Rinascita urbana". Spunta anche un pacchetto per l'editoria che fa slittare di un anno i tagli alla stampa previsti dall'ultima manovra e stanzia 8 milioni l'anno per tre anni a Radio radicale. Nasce anche un nuovo bonus per le scuole che si abbonano a quotidiani e periodici, anche online: il contributo sarà fino all'80% della spesa.
Tregua armata sulla manovra, stop alla tassa su affitti
Si accelera tra tensioni,serve nuovo vertice. Ue, non la bocciamo
Dopo lo shock elettorale, il governo serra le fila sulla legge di bilancio. Rompere adesso non si può: con questa consapevolezza M5s, Pd, Leu e Iv si siedono al tavolo con il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. L'urgenza, dopo settimane di caos, è dare un segnale che vada nella direzione dello stop a nuove tasse. Ma poiché soldi ce ne sono pochi, i partiti si trovano a scegliere. Di questo si decide per due ore: che segnale dare, tutti insieme. La casa, votano tutti. E così viene bloccato l'aumento della cedolare secca sugli affitti sociali: doveva salire al 12,5% e invece resterà al 10%. Basta a siglare la tregua e, probabilmente, a far chiudere il testo entro la settimana. Ma non a firmare la pace. Perché la tensione nella maggioranza resta alta. E promette di scaricarsi sui nodi ancora aperti: dalla flat tax per le partite Iva che Luigi Di Maio vuole senza vincoli, alla "sugar tax" che Matteo Renzi vuole cancellare. Da Bruxelles il commissario europeo Valdis Dombrovskis ribadisce le "preoccupazioni" sui conti italiani ma anche che "al momento" non c'è l'ipotesi di un rigetto della manovra. Il giudizio più complessivo arriverà dopo il 7 novembre. Ed è in nome dell'equilibrio dei conti che Conte e Gualtieri per ora arginano l'assalto alla diligenza dei partiti.
Concedono qualcosa, permettendo a tutti di dirsi soddisfatti. Ma tengono fermo l'impianto complessivo della legge di bilancio da 30 miliardi. E provano ad accelerare. Un vertice a Palazzo Chigi sigla una prima "sostanziale" intesa. Nella notte tra ministero e ragioneria dello Stato si lavora alla scrittura del documento. Poi una seconda riunione, mercoledì pomeriggio, dovrebbe dare il via libera finale alla manovra, che formalmente era stata approvata in Consiglio dei ministri due settimane fa. E' un'accelerazione rispetto all'ipotesi di portare il testo in Parlamento addirittura mercoledì 6 novembre: ai tecnici viene dato l'input di chiudere entro 31 notte, consegnando il testo definito al ministro del Tesoro. Fare in fretta è un modo per evitare che l'accordo appena trovato venga subito rimesso in discussione. Il rischio c'è. Il Movimento 5 stelle è in subbuglio. Il Pd agitato dalla "tendenza a sfasciare tutto" che hanno Di Maio e Renzi. L'alleanza che si cercava di rendere strutturale è ogni giorno di più traballante. Ma in sessione di bilancio non si può andare a votare e anche chi, come il Pd, va ripetendo che dalle urne ci guadagnerebbe, ha fuori dalla porta il fantasma della destra salviniana.
"Non voglio andare al voto - dice a SkyTg24 Nicola Zingaretti - ma la maggioranza deve cambiare passo, litigare meno e produrre di più. E' l'unico modo per essere riconosciuti come un'alternativa credibile alle destre". Non dice lo stesso Di Maio, che resta su una posizione critica, ma il leader M5s, dopo lo stop all'alleanza con il Pd ha bisogno di un messaggio da dare al suo elettorato e lo stop alla "tassa sulla casa" è proprio quello che gli serve. Insieme al poter sbandierare che per le partite Iva la flat tax resterà senza vincoli. Al vertice di maggioranza, la sconfitta umbra è un fantasma che aleggia sulla testa di tutti. Ci sono Di Maio, Dario Franceschini, Roberto Speranza e Teresa Bellanova in rappresentanza di Renzi. Dare un segnale è un'urgenza condivisa. Tanto che Conte e Gualtieri si compiacciono di vedere al tavolo una ritrovata coesione. In un altro vertice di maggioranza siglano una tregua sulle misure per la famiglia anche le ministre Nunzia Catalfo ed Elena Bonetti, che si erano contese i fondi e l'impostazione: nel 2020 si dovrebbero rifinanziare misure esistenti e asili nido per poi fare l'assegno unico nel 2021. Ma restano la tassa sulla plastica e sulle bibite gassate, torna una tassa sulla fortuna, ci sarà - sia pur ridotta - una tassa sulle sigarette. Contro questi balzelli, da New York, promette di combattere Renzi, che si vanta di aver bloccato la "Salvini tax" di aumento dell'Iva (ha rubato uno slogan Pd, lamentano i Dem) ma rilancia la battaglia anche contro quota 100. Il Parlamento, così, il percorso della manovra già si annuncia una trincea. La coesione della maggioranza è ancora una chimera: lo spettro della crisi di governo promette di tornare.
Matteo Renzi a New York