"Tornare prima possibile nelle piazze: questo è l'obiettivo di questa riunione in cui ci siamo conosciuti", ha detto Mattia Santori al termine della prima riunione nazionale dei promotori delle manifestazioni delle sardine. A Roma hanno partecipato circa 150 promotori delle iniziative di piazza locali che si sono tenute in questo mese.
L'incontro, a porte chiuse, si è teneto nello Spin Time Labs, una sorta di centro sociale, a due passi da Piazza San Giovanni, dove alloggiano circa 150 famiglie, con tanto di auditorium dove si organizzano eventi culturali.
All'ingresso, un grande striscione: "Viva le sardine, abbasso gli sgombri". Alcuni ragazzi alla porta riferiscono che si tratta sostanzialmente di un primo contatto fisico tra chi in questo mese ha comunicato solo su Facebook. Una riunione, quindi, prettamente organizzativa, durante la quale si discuterà insieme per fare un primo bilancio sulle manifestazioni, su cosa ha funzionato di più e cosa di meno. Sempre le stesse fonti sostengono che non sia all'ordine del giorno né la decisione né il dibattito sull'eventuale presentazione di liste alle prossime regionali. L'incontro dovrebbe terminare verso ora di pranzo.
"Il nostro obiettivo è superiore a un italiano su 4", afferma Santori, commentando a "Mezz'ora in più" su Rai 3, il sondaggio secondo cui un italiano su 4 potrebbe essere interessato al loro movimento.
"Il nostro prossimo passo è tornare sui territori" da gennaio. "Sarà dedicata particolare attenzione alle prossime elezioni in Calabria e, soprattutto, in Emilia Romagna". Lo si legge sulla pagina Fb "6000 Sardine". Si annuncia "attenzione alle periferie, a piccole città e province. Uno degli obiettivi fino a fine gennaio sarà raggiungere il più possibile territori che, spesso perché in difficoltà, si sono rivelati più vulnerabili ai toni populisti": in E-R ci saranno iniziative "nella "bassa", nelle zone collinari e montane".
LA SFIDA DELLA PIAZZA NELLA CAPITALE: "Siamo 100mila a San Giovanni"
Missione compiuta: le Sardine si prendono anche piazza San Giovanni a Roma, luogo storico della sinistra, stipate a decine di migliaia. Più di 100 mila, dicono gli organizzatori. Un terzo circa, per la questura. "L'idea era riempirla e cambiare un po' la percezione della politica in questi anni - esulta Mattia Santori -. Direi che l'obiettivo è stato raggiunto". In un happening collettivo antifascista e antirazzista il leader bolognese elenca dal palco le prime proposte, tra cui la revisione (o abrogazione) dei decreti sicurezza. E mentre si moltiplicano gli 'endorsement' dei politici - Nicola Zingaretti in testa -, i coordinatori delle Sardine di tutta Italia oggi si riuniranno a Roma "per programmare la nuova ondata di gennaio", spiega Santori. In piazza persone di tutte le età, numerosi i giovani.
"Moltissimi sfoggiano piccole o grandi sardine di tutte le fogge e materiali, tra gruppi di migranti che chiedono documenti e diritti e vip come Paola Turci, Isabella Ferrari, Vauro, Kasia Smutniak, Erri De Luca e Michele Santoro. Lo speaker proclama "abbiamo deciso di riprenderci la piazza antifascista", poi tocca alla presidentessa dell'Associazione partigiani (Anpi) Carla Nespoli che parla di "lotta e speranza". Si canta Bella Ciao sotto una sardina-striscione di 80 metri. Ecco sul palco - il rimorchio di un Tir - il medico dei migranti Pietro Bartolo, ragazzi che leggono la Costituzione, una giovane transessuale. Ma è quando prende il microfono Santori che la piazza si infiamma davvero. Il trentenne inventore delle Sardine - assieme a tre amici di Bologna - tiene la scena senza alcuna timidezza.
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"Qui c'è chi distingue la politica dal marketing - grida -, meglio i vostri cervelli che un milione di like" sui social. "Nonostante tutti i soldi che ci ha dato Prodi ognuno è venuto di tasca sua - ironizza -. La differenza è che questa é una piazza spontanea, nessuno ci ha costretto a venire". Santori snocciola le altre decine di città che oggi ospitano le Sardine, in Italia e in Europa, poi passa al 'programma'. Alcuni punti non strettamente politici, ma comunque le prime proposte del movimento. "Ripensare i decreti sicurezza", ma una parte della piazza rumoreggia e si corregge "va bene, abrogarli". Poi, "chi è eletto faccia politica nelle sedi proprie e non stia sempre in campagna elettorale"; "chi è ministro comunichi solo per canali istituzionali"; la politica sia trasparente nell'uso delle risorse sui social, "la stampa traduca le informazioni in messaggi fedeli ai fatti", "la violenza fuori dalla politica in toni e contenuti, quella verbale equiparata a quella fisica". Il 'sospetto' è che le Sardine possano diventare un partito. "Il 99 per cento di noi non lo vuole", assicura Santori, che rispondendo ai giornalisti torna a polemizzare con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, "che strizzano l'occhio ai fascisti".
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