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Gip: 'Genovese andava troppo veloce, ragazze incaute'

Così nell'ordinanza di custodia cautelare per l'omicidio stradale di Camilla e Gaia

"Imprudenza e imperizia". Cosi' il gip di Roma giudica la condotta di Pietro Genovese nel capo di imputazione citato nell'ordinanza di custodia cautelare per l'omicidio stradale di Camilla e Gaia, investite la notte tra sabato e domenica. Per il giudice l'indagato non ha rispettato il "codice della strada in quanto teneva una velocità superiore al limite consentito di 50 km orari e comunque omettendo di adeguare la stessa alle condizioni della strada e del traffico così da non poter arrestare tempestivamente il veicolo a fronte di un ostacolo prevedibile".

'Ragazze incaute e spericolate' - Una "condotta vietata, incautamente spericolata, così concorrendo alla causazione del sinistro mortale". E' quanto scrive il gip di Roma nell'ordinanza di arresto per Pietro Genovese descrivendo il comportamento tenuto da Gaia e Camilla, le due 16enni investite e uccise la notte tra sabato e domenica. "Alla luce di quanto accertato in questa prima fase le due ragazze, in ora notturna, in zona scarsamente illuminata e con pioggia in atto" hanno "attraversato la carreggiata, scavalcando il guard rail, nel momento in cui il semaforo era fermo sulla luce rossa per i pedoni"

"Pietro Genovese è solito condurre veicoli dopo aver assunto sostanze alcoliche se non anche stupefacenti e non rispettare le norme del codice della strada. Le precedenti contestazione e provvedimenti amministrativi non hanno avuto alcun effetto deterrente: il Genovese si è messo alla guida dell'autovettura nonostante avesse assunto bevande alcoliche e nonostante in passato gli fosse già stata ritirata la patente di guida per violazioni al codice della strada". Lo scrive il gip di Roma, Bernadette Nicotra nell'ordinanza con cui ha disposto i domiciliari per Pietro Genovese, il 20enne che ha investito e ucciso Gaia e Camilla la notte tra sabato e domenica scorsa a Roma, nella zona di Corso Francia. Per il giudice "questo comportamento dimostra noncuranza se non addirittura disprezzo verso i provvedimenti dell'autorità amministrativa e di pubblica sicurezza ed è sintomo di una personalità incline alla violazione delle regole. La personalità dell'indagato lascia ragionevolmente presumere che il medesimo non si scoraggi dall'usare comunque l'automobile per il solo fatto dell'avere avuto ritirata la patente di guida. Sicché allo stato, al fine di neutralizzare il pericolo concreto ed attuale di reiterazione di condotte, appare necessario limitare la libertà di movimento del Genovese, il quale sebbene incensurato di giovane età, ben potrebbe, ponendosi alla guida di altre autovetture, magari di amici e conoscenti anche senza la patente, porre in essere condotte gravemente colposa in violazione delle norme da circolazione stradale compromettendo così la propria e l'altrui incolumità".

'Genovese in passato non rispettato rosso'  - "Sussiste l'esigenza cautelare per il concreto pericolo di reiterazione della condotta criminosa. Il Genovese risulta segnalato per ben due volte (il 1 agosto del 2016 e il 16 gennaio 2017) e risulta avere avuto già la patente di guida ritirata per pregresse violazioni al codice della strada. Inoltre risulta che Genovese è incorso in ben quattro decurtazioni di punteggio (della patente ndr) per transito con semaforo rosso ed altre infrazioni". Lo scrive il gip di Roma, Bernadette Nicotra nell'ordinanza con cui ha disposto i domiciliari per Pietro Genovese, il 20enne che ha investito e ucciso Gaia e Camilla la notte tra sabato e domenica scorsa a Roma, nella zona di Corso Francia.

'Non dimostrata guida sotto effetto droga' - Le tracce di droghe trovate nel sangue non dimostrano che Pietro Genovese la notte tra sabato e domenica fosse alla guida sotto effetto di quelle sostanze. E' il ragionamento fatto dal gip di Roma per escludere nei confronti del 20enne, agli domiciliari per avere investito e ucciso Gaia e Camilla, l'aggravante dell'alterazione psicofisica dovuta all'uso di sostanze stupefacenti. Per il giudice "le sostanze stupefacenti riscontrate, sebbene presenti, ben potevano essere state assunte dal Genovese in epoca precedente".

 

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