Sulla serrata totale dell'Italia si gioca l'ultima partita a scacchi tra governo e opposizioni. E' un match difficile per entrambi i fronti perché, inesorabilmente, dipende dai dati dei contagi non solo al Nord, ma in tutto il Paese. Sulla chiusura di tutte le attività ad eccezione di quelle necessarie Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani si presentano uniti al tavolo di Palazzo Chigi. Chiedono misure drastiche, risposte certe e, a testimonianza del fatto che la tregua interna alla politica vacilli, escono dal vertice mostrando tutta la loro insoddisfazione. Ma Conte, non esclude la serrata ma la sua non può essere, in queste ore, una netta apertura: è una misura che costa, forse troppo. "Abbiamo visto quanto è costato chiudere Codogno e gli altri 11 comuni, farlo con l'intero Paese porterebbe ad una spesa di decine di miliardi", spiega una fonte governativa vicina al dossier. Il premier deve quindi muoversi con la necessaria prudenza.
Intanto il premier Giuseppe Conte ai leader Ue "ampio sostegno per le misure adottate dall'Italia per l'emergenza #coronavirus. Dobbiamo procedere con il massimo coordinamento. L'Europa adotti tutti gli strumenti necessari per proteggere la salute dei suoi cittadini e ridare respiro all'economia". Dalla conference call dei leader Ue - si apprende da fonti di Palazzo Chigi "è emersa l'esigenza di uno stretto coordinamento in materia sanitaria e scientifica per contrastare la diffusione del coronavirus. Dai leader Ue è stato espresso un generale apprezzamento per le misure dell'Italia, anche con la diffusa consapevolezza di dover intervenire in modo efficace sul piano economico e finanziario". Il Presidente Giuseppe Conte, nel corso della videoconferenza con i membri del Consiglio Ue, ha auspicato per l'Europa lo stesso approccio in corso in Italia: affrontare con decisione l'aspetto sanitario e contemporaneamente gli aspetti economico/finanziari.
Un boom dei contagi anche al di sotto del Po potrebbe incanalarlo verso la direzione voluta dalle opposizioni. Non a caso, ai leader e capigruppo di Lega, Fdi e FI assicura che "il Governo continuerà a rimanere disponibile e risoluto ad adottare tutte le misure necessarie a contrastare con il massimo rigore la diffusione del contagio". E che saranno decisioni prese "tenendo conto di tutti i fondamentali interessi in gioco". Ma alle opposizioni non basta. La sponda del governatore Attilio Fontana (ma gli altri governatori del Nord non sarebbero proprio sulla stessa linea) spinge Salvini a dire: "bisogna chiudere tutto, subito". Stessa richiesta per Meloni e Tajani che puntano a trasformare l'Italia in un'unica Wuhan, con controlli rigidissimi. E' chiaro, anche alla maggioranza, che la richiesta delle opposizioni contiene un'appendice: se, senza una serrata totale, ci fosse un boom di contagi anche nel resto del Paese il primo ad essere accusato sarebbe lo stesso premier. E' in questo sentiero strettissimo che si muovono a Palazzo Chigi.
Anche perché chiudere attività commerciali e fabbriche potrebbe avere conseguenze difficilmente parabili dall'economia italiana. Non a caso, assieme al "chiudere tutto e subito" Salvini e Meloni puntano a un piano da 30 miliardi per risollevare l'economia, infischiandosene, di fatto, dell'Europa. E lasciando aperto l'interrogativo sul loro sì al decreto che il governo varerà nelle prossime ore. "Lo voteremo solo se sarà l'inizio di un percorso", avverte Meloni. Conte - affiancato da Gualtieri, D'Incà e Fraccaro - nel corso dell'incontro ascolta, soprattutto. Il saluto con Salvini - un faccia a faccia non lo si vedeva da prima della crisi d'agosto - e cordiale ma poco più. Anche sull'ipotesi del commissario straordinario Conte apre ma con prudenza. Nella strategia di Palazzo Chigi e di Pd-M5S, una figura che affianchi il capo della Protezione Civile nel coordinamento potrebbe servire ma avrebbe, comunque, poteri ben definiti. E, non a caso, lo stesso Angelo Borrelli sottolinea: "sono dell'avviso che ogni decisione che va a potenziare la struttura non può che essere benvenuta, anche se credo che stiamo fronteggiando" l'emergenza "in modo adeguato".