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Stop all'invio di motovedette italiane alla Tunisia, erano nell'accordo stretto da Meloni con Saied

Stop all'invio di motovedette italiane alla Tunisia, erano nell'accordo stretto da Meloni con Saied

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di sette associazioni

ROMA, 20 giugno 2024, 15:36

Redazione ANSA

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Giorgia Meloni e Kais Saied © ANSA/AFP

Giorgia Meloni e Kais Saied © ANSA/AFP

È stato sospeso fino a nuova decisione il trasferimento di motovedette italiane alla Tunisia. Lo ha deciso il Consiglio di Stato. Lo rendono noto le associazioni che avevano presentato ricorso al Tar del Lazio contestando il finanziamento di 4,8 milioni di euro per la rimessa in efficienza e il trasferimento alla Tunisia di 6 motovedette. Ricorso che era stato bocciato dal tribunale amministrativo. Palazzo Spada ha invece accolto l'istanza cautelare di Asgi, Arci, ActionAid, Mediterranea Saving Humans, Spazi Circolari e Le Carbet, sospendendo il trasferimento. La decisione sul merito sarà presa l'11 luglio , data nella quale è stata convocata l'udienza in camera di consiglio.

 

"Come sostenuto anche dalle Nazioni Unite, fornire motovedette alle autorità tunisine vuol dire aumentare il rischio che le persone migranti siano sottoposte a deportazioni illegali", affermano Maria Teresa Brocchetto, Luce Bonzano e Cristina Laura Cecchini del pool di avvocate che segue il caso. "Alla nuova ondata di arresti e deportazioni nei confronti delle persone migranti ora si affiancano persecuzioni contro gli attori della società civile che le sostengono- dichiara Filippo Miraglia di Arci-"tuttavia le politiche italiane ed europee sembrano sostenersi e giustificarsi a vicenda, impermeabili agli allarmi lanciati dalle Nazioni Unite e dalle ONG internazionali che condannano unanimemente l'operato delle autorità tunisine".

Il Tar del Lazio aveva ritenuto legittimo l'accordo contestato, considerandolo in linea con le decisioni prese a livello comunitario e da ultimo la conferma della Tunisia quale paese di origine sicuro. E aveva ritenuto che il governo italiano avesse condotto una completa istruttoria a fronte di una cooperazione di lungo periodo con la Tunisia. Ora, l'accoglimento da parte del Consiglio di Stato dell'istanza cautelare rovescia la situazione: il massimo giudice amministrativo ha infatti ritenuto "prevalenti le esigenze di tutela rappresentate da parte appellante", sospendendo il trasferimento delle motovedette alla luce delle possibili violazioni che tale atto può comportare. "Le deportazioni di massa, gli arresti arbitrari e le violenze ai danni delle persone migranti dimostrano che la Tunisia non può essere considerata un luogo sicuro di sbarco. Come per la Libia, le autorità tunisine non possono quindi essere considerate un interlocutore nelle attività di soccorso" commenta Lorenzo Figoni di ActionAid Italia. "Si tratta di una decisione estremamente importante, poiché sono in gioco i diritti umani delle persone in movimento. La sospensione del trasferimento delle motovedette consente all'autorità giudiziaria di valutare la legittimità dell'atto prima che possa produrre effetti dannosi. Alla luce della documentazione depositata, riteniamo la Tunisia un porto non sicuro" conclude Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans. 

 

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