(ANSA) - ROMA - Da Germi a Risi, passando per Scola, da Pietrangeli a Bertolucci, da Lizzani a Comencini a Bigas Luna, a Tinto Brass, a Lina Wertmüller, da Claude Chabrol a Gabriele Muccino fino a Paolo Virzì. "Qualcuno di me ha detto che rappresento le diverse epoche del cinema, ho girato anche con i Vanzina e ne vado fiera, erano gli anni 80". Stefania Sandrelli, se non esistesse bisognerebbe inventarla. Bella, autoironica, spiazzante, mai scontata. Elencare tutti i suoi film sarebbe un mero esercizio di stile come sfogliare l'agenda del telefono. E' l'unica, del resto, che è riuscita a far perdere le staffe a una come Oriana Fallici.
"Si, è vero, ci incontrammo casualmente e lei mi chiese se era vero se io leggessi Topolino, perché questa cosa sembrava infastidirla. Le risposi che avevo un quadro di Walt Disney con tanto di dedica, allora l'Oriana mi disse con tono saccente che l'intervista non me la faceva ma avrebbe scritto un libro su di me...". Dopo le tre stagioni di 'Una grande famiglia' in casa Rai, torna in tv questa volta su Canale 5 al fianco di Gabriel Garko, volto di punta acchiappa-ascolti Mediaset (reduce dall'ultimo festival di Sanremo): "Gabriel è bravo, è stato prezioso e in certe scene particolarmente forti è stato lui ad aver supportato me". Sono madre e figlio nella serie Non è stato mio figlio, ideata e prodotta dalla coppia Teodosio Losito-Alberto Tarallo, in onda da martedì 15 marzo sull'ammiraglia Mediaset.
Una carriera, quella della Sandrelli, iniziata a 15 anni, nel 1961: "Dopo che la mia foto finì sulla copertina di un giornale, mi chiamarono per un provino a Roma: il film era Divorzio all'italiana, con Marcello Mastroianni. Passarono mesi prima che il regista, Pietro Germi, mi scegliesse. Così, nel frattempo, recitai in due film: Gioventù di notte con Sammy Frey, con il mio primo bacio sul set, bello, intenso, niente male, e Il federale, di Luciano Salce. Alla fine Germi mi chiamò, anche se mi fece una ramanzina per quei due film, comunque Divorzio fu la prima pellicola 'romana'".
Lei ha iniziato giovanissima a recitare, è mai arrivato un momento nella vita in cui si è resa conto di essere diventata una star e soprattutto è stata consapevole del suo talento? "Mai. Ancora oggi nella vita cerco di reinventarmi, di ottenere sempre il meglio da me stessa, ogni volta pretendo qualcosa di più". Lei ha lavorato con i più grandi registi e attori, da Mastroianni a Gassman a De Niro, c'è qualche film cui è legata di più? "Ognuno è una sinfonia, un gioiello, il film perfetto.
Francamente sono legata a ognuno per il regista, il tema trattato, i protagonisti. Ma c'è una pellicola dove interpreto una donna davvero fastidiosa, Gli occhiali d'oro. Comunque, come si dice, il più bello è sempre l'ultimo".
Riguardo al cinema di oggi Stefania Sandrelli fa notare che "quello che forse manca rispetto a quello americano sono i dialoghisti che costruiscono i personaggi su di te, sulla tua storia professionale". Ma lei perché rispetto a tante sue colleghe non è andata ha Hollywood? "Ho avuto tante proposte, ma poi ci sono finita con pellicole italiane. Ma credo che la verità è che non parlavo bene l'inglese: parliamoci chiaro io sono di Viareggio...". Per quanto riguarda la tv e la fiction dice che "il rapporto con il pubblico è molto diverso, appunto più responsabilizzato, ti dà più occasioni rispetto al cinema, avendo più tempo a disposizione". (ANSA).