‘’La pazienza ha un limite, Pazienza no’’, uno dei più geniali e talentuosi autori del fumetto italiano, Andrea Pazienza, se ne ando’ di corsa a soli 32 anni, cosi’ come di corsa e’ stato il suo stile di disegnare e di vivere. Impossibile, quindi, immaginarlo sessantenne (li avrebbe compiuti il prossimo 23 maggio), cosi’ come difficile sarebbe sovrapporre rughe e capelli bianchi alle foto di quel vanitoso adolescente e poi trentenne in posa con la sigaretta e i pennarelli. Ma la ricorrenza non puo’ certo passare inosservata per tutto quello che ‘’Paz’’ e’ stato, come dimostrano le tante iniziative che si accavallano in tutta Italia da San Severo, dove sta per aprirsi la rassegna ‘Buon Compleanno Paz!’, con una serie di eventi programmati fino al 16 ottobre, fino alla biennale del disegno di Rimini.
Manara, il mio Caravaggio è Andrea Pazienza VIDEO
Manara: Andrea Pazienza ha ispirato il mio Caravaggio FOTO e TESTO
Virtuoso inarrivabile del fumetto, cantore degli anni della contestazione bolognese legata al movimento del ’77 con il surreale ‘’Penthotal’’ o il cattivissimo ‘’Zanardi’’, Pazienza e’ stato molto di piu’ di un ‘’fumettaro’’. Straordinario raccontatore di storie, capace di combinare grafica e testi a velocita’ vorticose, di stravolgere la fonetica dialettale dei suoi personaggi per piegarla allo sviluppo delle storie. Di rappresentare i disagi, le debolezze e gli entusiasmi di una generazione.
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Nato a San Benedetto del Tronto il 23 maggio del 1956, Pazienza ha iniziato a disegnare giovanissimo (E’ ormai leggenda ‘’l’orso disegnato a 18 mesi’’ raccontato dalla madre) pubblica la sua prima storia su Alter nel 1977. Fra i fondatori del ‘’Male’’ e ‘’Frigidaire’’, capace di passare con disinvoltura dalla satira politica e di costume con vignette graffianti a storie a fumetti articolate, piene di rimandi, intrecci e citazioni. Di raccontare storie di droga e disperazione, di cattiveria politicamente scorretta, ma anche di risate e leggerezza.
Una carriera breve ma intensa, ‘’senza mai tornare indietro nemmeno per prendere la rincorsa’’, come gli piaceva ostentare. Una produzione sterminata fra fumetti, pittura e illustrazione. Manifesti cinematografici (La città delle donne di Fellini nel 1980), videoclip, copertine di dischi (Vecchioni e Pfm), ma anche campagne pubblicitarie, come quella per il marchio Energie, o brevi supercorti televisivi, come le apparizioni in ‘’Va pensiero’’ la trasmissione condotta da Andrea Barbato. Dopo sessant’anni l’artista si e’ ormai fuso nel personaggio. La vera rockstar del fumetto italiano o il ‘’Caravaggio dei nostri giorni’’ come lo ha definito Milo Manara.