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E' morto Gian Luigi Rondi, decano dei critici cinematografici

Era nato a Tirano, in Valtellina, il 10 dicembre 1921

Si è spento nella notte nella sua casa romana il decano dei critici cinematografici e presidente dei David di Donatello, Gian Luigi Rondi. Era nato a Tirano, in Valtellina, il 10 dicembre 1921, e aveva cominciato la carriera nel 1946 sulle colonne de 'Il Tempo'. E' stato direttore e presidente del Festival di Venezia e poi del Festival di Roma. Era Cavaliere di Gran Croce e Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e Legion d'Onore di Francia.

Gian Luigi Rondi negli anni Sessanta, pur continuando a scrivere sulla carta stampata, approda in tv con diversi cicli cinematografici dedicati a grandi registi e partecipa a giurie internazionali tra cui Berlino (1961), Cannes (1963), Rio de Janeiro (1965), San Sebastian (1968). Dirige poi, sempre in quegli anni (dal 1966 al 1990) gli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento, che dal 1966 in poi saranno monografici. Nel 1970 fonda il Festival delle Nazioni di Taormina del quale è anche direttore artistico. Nel 1971 è alla Biennale di Venezia come Commissario e nel primo anno viene chiesto il suo licenziamento per aver messo nella selezione I diavoli alla mostra di Venezia. Carattere per nulla facile nonostante i modi garbati nel 1983 torna alla Mostra di Venezia come Direttore e incorre in un'altra polemica, quella di aver escluso dalla selezione Velluto blu di David Lynch con Isabella Rossellini. Tra i suoi incarichi il 3 marzo 2011 è stato nominato dal governo Berlusconi commissario straordinario della Siae. Tra le grandi capacità dell'uomo Rondi quello di essere rimasto fino alla fine un uomo ottimista e attivo, la sua idea di giornalismo era a tutto tondo, ma anche la sua ironia non mancava di verve dietro il suo appena accennato sorriso.

Il Presidente Paolo Baratta, a nome di tutta la Biennale di Venezia, ha ricordato con rimpianto Gian Luigi Rondi, che fu Direttore del Settore Cinema e poi Presidente della Biennale stessa, protagonista di tanta parte della storia e delle vicende del cinema italiano, nelle quali operò con grande competenza e grande saggezza.

Fondazione Cinema Roma, maestro da ascoltare - Il Presidente Piera Detassis, il Direttore Generale Francesca Via, il Direttore Artistico Antonio Monda, tutto il personale della Fondazione Cinema per Roma e Alice nella città, esprimono "profondo cordoglio" per la scomparsa di Gian Luigi Rondi. Il decano dei critici italiani aveva presieduto la Fondazione dal 2008 al 2012, mettendo a disposizione - informa una nota - "la straordinaria esperienza e l'eccezionale competenza per la crescita della Festa del Cinema". "Per me è stato un maestro da ascoltare, un grande Presidente da osservare nel lavoro minuzioso quotidiano di relazioni e appassionate ricerche di cinema - afferma Detassis -. Infine è stato un complice di vita e lavoro. La sua grandezza sta nella fede assoluta nella necessità della difesa del nostro cinema, era un raffinato critico dalla scrittura mirabile e un politico arguto. Non potrò mai dimenticare la sua lealtà, la sua resistenza e difesa dell'autonomia di nomina, conclusasi con le dimissioni, nel periodo delicato in cui fu chiesta la mia sostituzione 'politica' alla direzione della Festa. Non solo per questo gli sono grata, ma anche per questo. Addio Gianluigi. E grazie".

Zingaretti, coscienza critica cinema italiano  - "Gian Luigi Rondi è stato la coscienza critica del cinema italiano. Un maestro per generazioni, un gentiluomo. Ci mancherà". Lo scrive su Twitter il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Franceschini, grande testimone e protagonista - "Con la scomparsa di Gianluigi Rondi se ne va un grande testimone e protagonista del cinema italiano. Un critico eccezionale, il padre dei David, un uomo che ha lavorato tutta la vita, senza mai fermarsi, per sostenere la nostra industria cinematografica con la freschezza e la vitalità che lo contraddistinguevano". Così il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini che ricorda le tante riunioni avute negli scorsi mesi per rendere permanente il finanziamento al David di Donatello. "Un riconoscimento da lui voluto e di cui era particolarmente orgoglioso", conclude il ministro.

 

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