L'Italia rischia davvero di essere il prossimo obiettivo del terrorismo islamico? Quanto è al sicuro il nostro paese dagli attacchi dei gruppi organizzati o dei lupi solitari? Sono le domande a cui cerca di rispondere la prima puntata di Presadiretta dal titolo 'Isis Obiettivo Italia', in onda lunedì 11 settembre alle 21.15 su RaiTre. L'inchiesta entra nel cuore delle indagini che hanno svelato le cellule dell'Isis pronte a colpire il nostro paese.
Le telecamere del programma condotto da Riccardo Iacona sono andate a vedere cosa succede ai confini con il nostro paese, in Kosovo, dove le cellule di combattenti per la jihad si stanno moltiplicando. Proprio da lì infatti veniva la cellula di kosovari che preparava un attentato in Italia prima di essere scoperta dal nostro antiterrorismo. Attentato che nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere il più sanguinoso possibile e di grande impatto mediatico, un attentato sul Ponte di Rialto, a Venezia. "Se hai affianco un Paese che è diventato l'hub della produzione dei terroristi che sono fuori controllo la prevenzione diventa complicata", spiega il conduttore.
C'è poi il rischio radicalizzazione nelle carceri. "Abbiamo ricostruito la storia di Anis Amri, il giovane tunisino che ha trascorso anni nelle carceri italiane prima di compiere l'attentato del mercatino di Natale a Berlino - racconta Iacona -. Abbiamo intervistato i suoi genitori. E' la storia di una trasformazione di un uomo che beveva e andava a donne e poi è entrato all'Ucciardone ed è uscito soldato di Dio". La puntata continua con il viaggio all'interno dell'ultima frontiera della radicalizzazione: il reclutamento on line. Poi il racconto di un modello positivo, che guarda lontano e scommette sulla formazione, la conoscenza reciproca e l'integrazione: la Danimarca. Lì si fa prevenzione contro il radicalismo islamico e funziona. Infine il ricordo degli italiani vittime del terrorismo di matrice islamica, morti lontano dal loro paese.
"Per difendersi - sostiene Iacona - occorre seguire le migliori prassi, quelle che vengono utilizzate nel Nord Europa ma anche in Italia, con un controllo del territorio esteso. Non dobbiamo però ripetere gli errori che hanno fatto i francesi, i belgi e i tedeschi sul tema dell'integrazione. Dobbiamo prevenire i conflitti, ma in un Paese che ha smesso anche di curare pure gli italiani è una battaglia difficile. E' una battaglia che non si vince solo con la polizia, si vince deradicalizzando quelli che alla fine sono nostri concittadini, questo è il punto. Serve il dialogo, altrimenti non se ne esce".
Tante inchieste nella nuova stagione di Presadiretta che si avvale di un nuovo studio, nuova grafica e nuova sigla. Focus, ad esempio, sul patrimonio naturale del nostro paese e sul rapporto tra criminalità organizzata e politica. "La logica è fare le cose bene - sottolinea Iacona -, dare qualcosa in più agli spettatori, uscire da un dibattito che è tutto schiacciato su una campagna elettorale permanente".