Lavorano nel più stretto riserbo gli investigatori veronesi di polizia e carabinieri che danno la caccia ai tre banditi autori del 'colpo' al museo di Castelvecchio, dove sono stati portati via 17 capolavori, firmati, tra gli altri, da Rubens, Tintoretto, Mantegna, Bellini. Vi sarebbero già alcune piste, ma nessuno si sbilancia sul punto delle indagini, che possono avvalersi delle testimonianze delle due persone prese in ostaggio con le armi dai malviventi, la cassiera del museo e una guardia giurata, e delle immagini delle telecamere di sorveglianza.
Nei video si vedono i tre banditi, vestiti di nero e travisati, agire nelle sale ma non si sentono mai le loro voci. Una scelta per evitare di far si' che tono e lingua parlata potessero indirizzare le indagini verso soggetti italiani o stranieri. Sono ancora molte però le cose da chiarire sulla dinamica della rapina. Si sa che la cassiera, legata e imbavagliata dai malviventi, è riuscita a liberarsi da sola e si ritiene che la banda abbia agito indisturbata nel museo per almeno un'ora e 10 minuti, razziando non qualche tela, ma quasi una 'quadreria', 17 dipinti. Ci sarebbe poi un mistero sul sistema d'allarme: il dispositivo non era in funzione al momento dell'irruzione; viene innestato alle ore 20, ed il protocollo prevede che, se per vari motivi, alle 20.10 non è ancora acceso scatti una segnalazione alla centrale operativa. Cosa, questa, che non sarebbe mai avvenuta.