Una grande mostra che fa il punto su quasi vent'anni di nuove ricerche e al tempo stesso spettacolare e multimediale, racconterà la storia dei Longobardi in Italia, gli incroci di cultura e di civiltà, le reciproche contaminazioni. Da settembre a giugno 2018, tre sedi prestigiose, quali il Castello Visconteo di Pavia (fino al 15 dicembre), l'Archeologico di Napoli e l'Ermitage di San Pietroburgo, ospiteranno i circa 300 capolavori, molti dei quali mai esposti prima, provenienti da 80 enti prestatori diversi. ''Sarà una mostra che lascerà una traccia'', ha detto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini intervenuto alla presentazione per la stampa, sottolineando l'importanza di mettere a punto iniziative in grado di arrivare al largo pubblico e al tempo stesso dare valore alla ricerca scientifica. Intitolata 'Longobardi. Un popolo che cambia la storia', l'importante esposizione ha appunto lo scopo di rendere meno oscura un'epoca lontana, che nei secoli è stata interpretata dagli studiosi secondo parametri spesso opposti, lasciando un solo dato di fatto, cioè che con la conquista longobarda l'Italia entrava nel suo Medioevo e vedeva del tutto sgretolarsi il granitico sistema amministrativo, economico e sociale di impronta romana. Dopo la guerra dell'imperatore d'Oriente contro i Goti e le devastazioni che afflissero l'intera penisola, i Longobardi furono capaci di riorganizzare la società e l'economia adattandosi ad una realtà politica del tutto nuova e a un cambiamento climatico che in molte regioni trasformò radicalmente il paesaggio. Infine seppero integrarsi con i romani, grazie anche all'azione della Chiesa. Fatto sta che l'Italia venne per la prima volta divisa e tale restò fino al Risorgimento e questa è la responsabilità attribuita da storici e letterati di tutti i tempi alla popolazione germanica che nel IV secolo cominciò a varcare i confini. Lo stesso Dante, ha ricordato il curatore Federico Marazzi, parlò dei denti dei Longobardi conficcati nel suolo del bel paese. Eppure per molti altri rappresentarono un'occasione, forse mancata, perché la penisola non avendo più il ruolo centrale ricoperto per oltre un millennio, divenne invece terreno di disputa econquiste. La mostra parte dal Castello Visconteo di Pavia, che fu la capitale del Regno Longobardo. Città che è ancora oggi scrigno di memorie legate a re e regine di quel popolo, testimonia quel passato soprattutto nei Musei Civici ospitati al Castello. La seconda tappa sarà invece a Napoli, in quanto i Longobardi, dopo lo scontro con il papato, sopravvissero come ducato indipendente proprio nel sud tra Benevento, Salerno e Capua. La tappa di San Pietroburgo, nel 2018, rifletterà invece l'interesse della città più europea della Russia per le vicende storiche che hanno attraversato il vecchio continente. Oltre ai magnifici reperti, di cui il 70% è inedito, ci saranno ricostruzioni di corredi funerari, la rappresentazione di molti siti archeologici e postazioni multimediali e di realtà virtuale.