La Francia celebra Leonardo e i 500 anni dalla sua morte e nel castello di Chantilly va in scena l'affascinante mistero del cartone con la "Gioconda nuda" disegnata a carboncino. Tanti gli interrogativi intorno a quest'opera e al suo tema, che ha ispirato tanti altri dipinti. In giro per il mondo, saranno riuniti proprio a Chantilly per una mostra-evento dal 1 giugno al 6 ottobre. "Per la prima volta - spiega illustrando a Chantilly, in anteprima, i risultati del lungo studio sul cartone e gli obiettivi dell'esposizione Mathieu Deldicque, curatore del locale museo Condé - verranno mostrate insieme le due opere più emblematiche di questa serie della Gioconda Nuda, il cartone di Chantilly e la 'Venere' dell'Ermitage di San Pietroburgo". Il cartone di Chantilly, studiato per lunghi mesi nei laboratori del Louvre, rappresenta "un'altra modella, non Monna Lisa - spiega Deldicque - una bellezza immaginaria, ideale, pensata da Leonardo da Vinci, che presenta anche elementi mascolini, un braccio muscoloso e un seno che sembra posato artificialmente. Ma quando si compara e si sovrappone questo cartone alla Gioconda del Louvre si hanno quasi le stesse dimensioni e tutta la parte inferiore, con la celebre sovrapposizione delle mani, sono praticamente uguali". La Gioconda di Chantilly fu creata dopo il quadro più celebre del mondo e le ricerche oggi ci dicono che fu disegnata nell'atelier di Leonardo, forse da un allievo. Ma ci sono elementi, come il segno della matita-carboncino utilizzata da un disegnatore mancino, che fanno propendere per la partecipazione diretta del grande maestro. Nel XIX secolo fu attribuita senza troppi dubbi a Leonardo, come tanti altri dipinti ispirati a questa figura. I dubbi sono subentrati con il tempo e con l'avanzare delle possibilità di ricerca scientifica l'attribuzione originale è stata rimessa in discussione. Sul cartone di Chantilly, che ha sofferto umidità, danni e persino lacerazioni, la ricerca è stata particolarmente difficile. E' stata riattribuita prima a un allievo, poi al laboratorio di Leonardo, quindi ad artisti vari dei secoli successivi. Nel 2016 è stata riattribuita con certezza scientifica all'atelier di Leonardo, probabilmente - spiegano i curatori - ad un allievo che l'ha disegnata sotto lo sguardo attento del maestro. Resta l'inquietante mistero dello sguardo fiero e provocatorio, quasi sfrontato, gli occhi ridisegnati più volte, l'apparenza di questo essere che gioca fra il maschile e il femminile. Caratteristiche che si ritrovano in tutte le opere che da giugno faranno da contorno al cartone del mistero, utilizzato - grazie a una serie di piccoli fori lungo il contorno delle forme - per produrre ulteriori copie. Ad acquistarlo nel 1862 per 7.000 franchi (una fortuna all'epoca) fu Enrico d'Orleans, duca d'Aumale, la cui collezione è sempre possibile ammirare a Chantilly. Fra le opere "ospiti" del castello, dove già è esposto il "Ritratto di Simonetta Vespucci" di Piero di Cosimo, l'altra Gioconda Nuda di San Pietroburgo (straordinariamente sovrapponibile al cartone), la "Cortigiana ritratta come Flora" di Bartolomeo Veneto (Museo di Francoforte), l'altra "Gioconda nuda" del Museo Ideale di Vinci, la "Signora nel suo bagno" di Francois Clouet, il celeberrimo "Gabrielle d'Estrees e sua sorella", di anonimo francese del XVI secolo e il "Sabina Poppea" di anonimo francese della fine del XVI secolo custodito nel museo di Arte e Storia di Ginevra.
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