Capitelli, colonne, cornicioni e triglifi. Ma anche un delicato pannello, probabilmente una metopa, in arenaria decorata con tre rosette a rilievo che riconducono i resti di questa architettura religiosa agli anni tra il VI e il V secolo avanti Cristo, la stessa epoca dei grandi templi, quando la città era in piena fioritura. Frutto di un rinvenimento casuale, avvenuto durante i lavori di restauro delle mura, arriva nel Parco Archeologico di Paestum una nuova scoperta, quella dei resti di un edificio di epoca dorica che sembra essere stato un tempio in miniatura o forse un portico, sorprendente spiega all'ANSA il direttore del parco Gabriel Zuchtriegel, perché potrebbe aprire uno squarcio sulla vita nella parte occidentale della città, quella dove si suppone ci fossero le botteghe degli artigiani, dei raffinati vasai, e che al momento "è la meno conosciuta".
Il ritrovamento è recentissimo, spiega l'archeologo. "E' successo ieri durante i lavori di ripulitura è lì che togliendo quello che negli anni era divenuta una vera e propria giungla che copriva il versante occidentale delle mura sono emersi via via i pezzi smembrati del piccolo tempio", prima un capitello, poi l'altro, pezzi di architettura che sembravano essere stati trasportati e abbandonati vicino alle mura: "L'idea che ci siamo fatti è che siano stati frutto di un ritrovamento casuale intorno agli anni '60, quando questa parte del parco era di proprietà privata e veniva regolarmente coltivata. E' probabile che gli stessi contadini, infastiditi da questi blocchi di pietra che ostacolavano il loro lavoro, li abbiano spostati verso il muro per liberare il campo". La scoperta di ieri, quindi, è solo un primo passo e apre nuove prospettive, che il direttore intende studiare lanciando, di concerto con la direzione generale archeologia del Mibac e con la soprintendenza locale un progetto di studio e di scavi: "Per ora abbiamo recuperato quello che abbiano trovato in superficie, ma non possiamo escludere che escano altri frammenti - sottolinea -. Abbiamo subito contattato la direzione generale per l'archeologia e la soprintendenza per concordare una strategia di indagini e di interventi perché sarebbe molto interessante trovare la posizione esatta del tempio e ricostruire un po' la fisionomia di quella parte della città che conosciamo molto poco ma che era molto interessante: lì c'era il quartiere artigianale la porta marina, che appunto si apriva verso il mare, le botteghe dove facevano i vasi famosi in tutto il mondo".
Qualche testimonianza dei tesori che potrebbero essere ancora sotto terra in quella parte del parco d'altra parte c'era già e risale agli anni '50, racconta l'archeologo, "quando proprio qui venne ritrovata una stipe votiva con statue di divinità femminile". Insomma, conclude, "questa è un'area di grande interesse, fare ricerche qui può contribuire moltissimo alla conoscenza del sito antico e anche alla sua tutela. Sarebbe interessante andare a fondo e capire tutta la parte a occidente dei grandi templi, come era strutturata, che funzione aveva". In queste settimane, come sempre, il Parco è pieno di missioni archeologiche al lavoro qua e là nell'area dei grandi templi.
"Abbiamo americani, tedeschi, tante università", sottolinea Zuchtriegel, "Ma anche il parco archeologico fa ricerca, facciamo scavi in collaborazione con le università e operiamo con un approccio tutto nostro, diverso, perché partiamo dalla conservazione, dalla tutela". Tutti al lavoro per ricostruire sempre di più la storia della città e aggiungere nuovi elementi. La scoperta del piccolo tempio degli artigiani, chissà, potrà aprire un nuovo appassionante capitolo dell'antica città della Magna Grecia che i fondatori vollero dedicare a Poseidone