Nella notte del 18 febbraio la street artist Laika è tornata sul muro che circonda Villa Ada, a Roma, a pochi passi dall'ambasciata d'Egitto, per un "atto secondo" della sua opera sull'abbraccio fra Giulio Regeni e Zaky, lo studente ancora trattenuto in carcere in Egitto, che era stata rimossa da "mano ignota".
"Dopo la rimozione, in tanti mi hanno chiesto di riattaccare l'opera - spiega l'artista - ma il bello della strada è proprio questo: le opere diventano organismi viventi in continua evoluzione e, come tali, possono cambiare". E così è stato.
Laika ha voluto rappresentare il momento esatto dello strappo del poster ad opera del misterioso "qualcuno": ma dietro l'immagine non c'è un vuoto, ma un mare di persone che fa sentire la propria voce per la liberazione di Patrick. "Ci siamo tutti noi", precisa.
Nella nuova opera, infatti, si vede un'ombra la cui mano strappa l'abbraccio di Regeni e Zaky e ci trova sotto l'immagine di un gruppo di persone, capeggiato dalla poster-artist con maschera e caschetto rosso d'ordinanza, con in mano tanti cartelli gialli con su scritto "Free Patrick". "Ho voluto far capire che nessuno può ridurci al silenzio, che si può strappare un disegno - sottolinea - ma che dietro ad esso ci sarà sempre qualcuno pronto a gridare a gran voce. Tutto sommato l'anonimo che ha rimosso il poster ha fatto un favore e tutti: ha dimostrato che insieme possiamo cambiare le cose". (ANSA).