Alla ricerca di Dory si torna nelle profondita' dell'Oceano insieme alla Disney-Pixar, per ritrovare dopo 13 anni dal film premio Oscar Nemo i personaggi che avevano animato quel capolavoro. Nessuno poteva aver dimenticato Dory, la pesciolina blu dalle pinne gialle - tecnicamente un pesce chirurgo - che soffre di perdita momentanea della memoria e che nel suo modo strampalato, a volte irritante, a volte tenerissimo, aiuta con tutta la generosita' di cui e' capace il padre di Nemo, Marlin, alla ricerca del figlio smarrito.
Questa volta pero' e' lei la protagonista - e di una protagonista femminile anche nel mondo dei pesci si sentiva la mancanza. Mentre le donne vanno alla ribalta nel mondo, in Alla ricerca di Dory, nuovo capitolo Disney-Pixar in sala in Italia dal 15 settembre e presentato in anteprima al Giffoni film festival, Dory cerca se stessa. Si' perche' a Dory e' tornato un briciolo di memoria, come un lampo di emozione nel buio della sua esistenza sempre momentanea, quel poco che basta per ricordarsi che anche lei, sola e smarrita nell'Oceano, in realta' una famiglia l'ha avuta. Sei mesi dopo gli eventi del primo film, insomma, la pesciolina ritrova un pezzo del suo passato e ad un riottoso Marlin (che avra' sempre la voce di Luca Zingaretti) la suadente Dory (che sara' doppiata da Carla Signoris, fantasticamente come fu tanti anni fa, e' facile immaginare) riesce a far fare quello che un pesce nella vita non dovrebbe mai fare: attraversare due volte l'Oceano. Saliti a bordo della corrente con le solite tartarughe pazzerelle, si ritrovano dall'altra parte del mondo a cercare un'origine, una motivazione, un perche'. Insomma un po' d'amore. Ora, se i sequel spesso deludono non e' il caso di Alla ricerca di Dory, film non solo tecnicamente perfetto, piu' vero del vero come oramai l'animazione spesso riesce a fare, ma capace di emozionare dal primo momento. Non solo il pubblico dei ragazzi del Giffoni festival che l'hanno visto in anteprima e in versione originale con i sottotitoli, ma anche il pubblico adulto, perche' e' commedia e tragedia insieme.
"La storia di Dory ci sembrava incompleta - scrivono i registi Andrew Stanton e Angus MacLane nelle note di regia -, sentivamo che quel buco era ancora li', che lei poteva dimenticare anche Marlin e Nemo, e che continuava a vedere se stessa come una che doveva continuamente scusarsi per la sua perdita di memoria a breve termine e non ci sembrava giusto, Sentivamo di aver lasciato una porta aperta nel primo film e che non avremmo dovuto farlo". Insomma si piange, si ride e si pensa soprattutto a come la diversita' possa essere a volte un vantaggio. E poi si gode della straordinaria capacita' di Disney-Pixar di creare personaggi fantastici, come il polipo Hank all'apparenza duro e disinteressato ma poi dal cuore - anzi dai tre cuori - d'oro e capace di trasformarsi anche in una pianta grassa, o lo squalo balena Destiny, o Bailey la balena beluga (a proposito, erano state loro ad insegnare il balenese a Dory, per chi fosse rimasto con il dubbio per questo decennio). Loro e tanti altri animali - di mare, d'aria, di terra - aiuteranno la piccola Dory ad arrivare a Morro Bay in California, li' dove era nata, e a ritrovare i suoi genitori che non avevano smesso di aspettarla. Insomma, come dice il padre a Dory, se la strada per l'obiettivo non e' semplice, c'e' sempre un'altra strada per arrivare. E quella strada puo' essere anche la strada di Dory, una strada che tu non avresti mai immaginato, e che solo a lei potrebbe venire in mente. Non ti scoraggiare, buttati.
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