'Dove non ho mai abitato' ultimo film di Paolo Franchi, in sala dal 12 ottobre con Lucky Red con Emmanuelle Devos, Fabrizio Gifuni e Giulio Brogi, è come afferma lo stesso regista, "un film in costume, ambientato nella contemporaneità, che guarda a Cechov, Henry James e al cinema americano anni Sessanta. Un'opera sentimentale, malinconica e sull'amore - aggiunge -, ma con dentro la crisi di due cinquantenni che devono fare i conti con se stessi". Così Paolo Franchi, oggi in conferenza stampa alla Casa del Cinema di Roma, sintetizza lo spirito di questo film che ha come protagonista la cinquantenne Francesca (Devos), unica figlia di Manfredi (Brogi), famoso architetto che vive a Torino.
La donna, da anni a Parigi con la figlia adolescente e il marito Benoît (Hippolyte Girardot) finanziere sessantenne protettivo e paterno, torna però a un certo punto a Torino per assistere il padre che ha avuto un incidente. E proprio il padre malato affida a lei, che aveva sepolto nel cassetto la sua laurea in architettura, un progetto di un'avveniristica villa tra le montagne. Francesca si ritroverà così a collaborare con il 'delfino' del padre, Massimo (Gifuni), cinquantenne non troppo realizzato sentimentalmente anche perché concentrato esclusivamente sul suo lavoro. Le fragilità di Massimo e Francesca dovranno, lungo tutto il film, necessariamente confrontarsi per scoprire, alla fine, i loro destini mancati.
Centrale nel film di Franchi lo stesso titolo, 'Dove non ho mai abitato', un'indicazione su ciò che a volte nella vita non capita se non si ha abbastanza coraggio, una metafora di quelle storie non vissute, quelle coabitazioni mancate, che potrebbero cambiare la vita, ma che restano invece sospese. "Ho dedicato il film a mio padre - esordisce Franchi -, ma in questo non c'è nessun autobiografismo. Avevo anzi con lui un rapporto sereno. La dedica nasce solo perché mio padre è morto qualche anno fa e volevo rendergli omaggio". E ancora sul film, dice il regista di film come 'La spettatrice', vincitore di 21 premi in giro per il mondo: "Dove non ho mai abitato si può considerare anche una sorta di melodramma 'raffreddato'. Ma mi divertiva l'idea di mettere in scena un architetto, un uomo che costruisce case per gli altri, spazi ideali dove vivere ed amare, e che è invece incapace di creare uno spazio per se stesso". E conferma Gifuni: "a parte l'eco di Checov, in Dove non ho mai abitato ci sono personaggi che si ritrovano a vivere in luoghi che non sono propri. Massimo e Francesca hanno deciso entrambi di vivere un certo tipo di vita. Quando si incontrano si annusano, si riconoscono come simili, ma poi restano inevitabilmente nelle loro fragilità".
Una curiosità su questo film prodotto da Pepito Produzioni con Rai Cinema, tra i finanziatori c'è anche la ALTEC, la società torinese controllata da Thales Alenia Space e dall'Agenzia Spaziale Italiana.