Continua all'insegna dei parenti serpenti la saga del Dio del Tuono versione Marvel (o 'zio del tuono' come lo chiama nel film il dittatoriale Gran maestro pop interpretato da Jeff Goldblum), con il terzo capitolo della saga, Thor: Ragnarok di Taika Waititi, in sala dal 25 ottobre con Disney. Stavolta il conflitto fra il protagonista (Chris Hemsworth) e il fratello adottivo Loki (Tom Hiddleston) scivola (quasi) in secondo piano davanti a una minaccia più letale: il ritorno di Hela (Cate Blanchett, che si cala con disinvoltura nel look e mood fanta/gothic), dea della morte e sorella maggiore dei due principi di Asgard, a lungo imprigionata da Odino (Anthony Hopkins), per il suo eccesso di sete di potere.
Una trama alleggerita dall'approccio 'fresco' del regista neozelandese, che approda alle megaproduzioni hollywoodiane dopo un apprezzato percorso nell'indie. Su una solida base di ritmo, effetti speciali, qualche velato riferimento all'oggi (la battuta "Asgard non è un pianeta, è un popolo" fa pensare a tanti forzati esodi), Waititi, che è anche attore comico, infonde alla storia una più marcata autoironia. Lo humour arriva a momenti slapstick, con un contrappunto di colori, suoni, e citazioni anni '80 (la lezione de I guardiani della galassia ha giovato), supportati dalla splendida colonna sonora synth pop di Mark Mothersbaugh, colonna dei Devo. Un mix che è piaciuto ai critici. Nel cast anche Mark Ruffalo/Hulk, Benedict Cumberbatch/Doctor Strange, insieme fra gli altri a Tessa Thompson, Idris Elba e Karl Urban.
"Provengo da un ambiente umile e sono famoso principalmente per film indipendenti o con un budget molto ridotto - spiega nelle note di produzione il regista, che nel film recita anche, nel ruolo di Korg -. Ho pensato che fosse arrivata l'ora di cimentarmi con qualcosa di nuovo". Per lui era importante che Thor: Ragnarok raggiungesse "il giusto equilibrio, realizzando qualcosa che fosse possibilmente divertente, ma che allo stesso tempo possedesse un cuore e fosse capace di raggiungere il pubblico a un livello più profondo". La storia per gran parte del film scorre su due binari paralleli. Da una parte il cupo e mal accolto regno ad Asgard di Hela, che in quanto a 'girl power' non scherza, come ha modo di sperimentare il popolo e l'esercito ribelle. E dall'altra l'arrivo di Thor, catturato da Valchiria (Thompson), sul pianeta Sakaar, dove un folle, new age e colorato Gran Maestro (Goldblum perfetto nella parte) colleziona guerrieri/gladiatori da far combattere all'ultimo sangue per la gioia sua e del pubblico. Thor scopre con sollievo che il campione in carica è Hulk (Ruffalo), ma ritrovare una sintonia con il gigante verde (Waititi si scatena con le dinamiche da bromance) sarà più difficile del previsto. Ne viene fuori un mucchio un po' selvaggio pronto ad affrontare Hela, ribattezzato da Thor i Revengers, in cui anche Loki avrà il suo ruolo.
"Questo film ha rappresentato il più grande cambiamento caratteriale e narrativo all'interno delle atmosfere di questa saga e questo ha influenzato il mio approccio - ha spiegato Hemsworth -. Tutto questo è nato dalla visione e dal senso dell'umorismo del regista Taika Waititi, dal suo stile e dalla sua voglia di esplorare nuove idee. Fare qualcosa di diverso corrisponde a ciò che volevo realizzare in questo film e anche a ciò che lo studio voleva fare". Il regista comunque pare sia già disposto ad affrontare una nuova difficilissima sfida: è infatti in trattative per dirigere l'adattamento live action di uno dei più celebrati e amati cult manga/anime, Akira.