VENEZIA - "Polanski ha scelto di non intervenire, neanche con un video, per non alimentare le polemiche, ma era felice dell'accoglienza che J'Accuse ha avuto, così mi ha detto al telefono da Parigi, e ancora di più lo sarà per il Gran Premio della Giuria, spero che questo possa mettere definitivamente sordina sul suo caso": Alberto Barbera, nel rituale incontro-bilancio di fine Mostra del cinema, ostenta soddisfazione per il verdetto della giuria presieduta dall'argentina Lucrecia Martel. Accanto a lui il presidente della Biennale Paolo Baratta, con ogni probabilità alla sua ultima conferenza con la stampa cinematografica, essendo al termine del mandato che scadrà nel gennaio 2020 e che solo con una legge apposita potrà essere prolungato per altri quattro anni.
"Sono stato favorevolmente sorpreso per il premio che La Mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco ha ottenuto, premio speciale della giuria. Non ho avuto dubbi a metterlo in concorso, ma ero preoccupato che fosse compreso dagli stranieri. Sulla polemica - ha detto all'ANSA Barbera - mi sembra che la stampa abbia enfatizzato un aspetto marginale del film: non è un attacco a Mattarella e bisogna distinguere tra il pensiero del regista e quello del suo protagonista Ciccio Mira. E' un documentario e non un film di finzione. Il film è entrato subito nella rosa dei premi". Il Leone d'oro a Joker di Todd Phillips, come pure il secondo premio a J'Accuse, "ha messo d'accordo una volta tanto la giuria, la critica e il pubblico. Un cosa questa affatto scontata ma che secondo me interpreta lo spirito di questa edizione, ossia il tentativo di conciliare il cinema autoriale, rigoroso e di ricerca con la natura industriale che cerca, oltre la qualità, di intrattenere il pubblico. Una tendenza che è in atto grazie anche agli streamer ossia alle piattaforme che stanno rivoluzionando il settore e cambiando i gusti del pubblico - ha sottolineato all'ANSA -. Non credo che in futuro si possa giocare al ribasso, ma semmai è chiaro che si andrà su contenuti di sempre maggiore qualità, mentre resta il rischio della concentrazione nella mani di pochi player. E' indicativo che 10 film di Netflix ad esempio usciranno anche in sala con una tenitura di 3-4 settimane , come pure è già accaduto con Roma di Cuaron: la battaglia radicale degli ultimi due anni sulle window, ossia le finestre sala/streaming, verrà sempre meno".
Sull'operato della Martel, che alla vigilia aveva suscitato più di una polemica tra caso Polanski e quote rosa, Barbera ha replicato: "Non avevo dubbi che il suo giudizio sarebbe stato oggettivo, che non si sarebbe lasciata influenzare da altri fattori". Joker probabilmente andrà verso gli Oscar, "e ne saremo felici anche se non scegliamo i film pensando a quello, ma il film di Todd Phillips è un film al di là dei generi e ci è piaciuto subito". Barbera, che ha sottolineato la non unanimità dei premi assegnati, ha rivendicato la selezione dei tre film italiani che "sono fuori dal mainstream del nostro paese, sono tre film coraggiosi che osano e che sono in qualche modo radicali. Averne premiato due su tre non era affatto scontato. E anche il premio a Luca Marinelli per Martin Eden è di grande soddisfazione, perché i concorrenti erano temibili". Il bilancio di Venezia 76 è positivo, infine, riguardo ai numeri riassunti dal presidente Baratta, "oltre 200 mila ingressi e il Lido invaso di zainetti e biciclette, segno del grande interesse dei giovani". L'ultimo pensiero è per Roman Polanski: "Non lo conoscevo personalmente, quando sono andato ad incontrarlo a Parigi al montaggio di J'Accuse - ha concluso Barbera - e ho scoperto una persona di intelligenza, disponibilità, generosità rare, segnata però profondamente da una vicenda che ne ha condizionato l'esistenza, una persona addolorata e ferita. Quando gli ho annunciato che il film sarebbe stato in concorso ho visto Polanski passare dall'ansia alla felicità assoluta. Spero che il premio lo aiuti".