mette in guardia la scrittrice - si possono perdere. Non sono per sempre. Guardate l'America in questo momento, sta discutendo sui diritti della pace, la difesa dell'ambiente, l'aborto. Dopo aver faticato tanto per cambiare le cose arriva uno, votato - ma non e' detto che il mondo porti avanti il migliore - e i diritti possono essere revocati. Bisogna difenderli. Il mondo cambia ma in tanti modi. Va avanti, poi torna indietro".
Scrittrice, poetessa, autrice di 13 romanzi e di tante opere teatrali, sceneggiatrice, femminista tra le fondatrici del Centro romano Maddalena, instancabile viaggiatrice, la Maraini oggi vede "messo a dura prova" il suo ottimismo. "Se bisogna combattere, si deve credere nel futuro. Ora sono preoccupata e desolata perche' vedo cambiamenti negativi nel nostro paese e in giro per il mondo, pero' voglio sperare che il buon senso prevalga. Le esperienze del Novecento da cui veniamo fuori sono ancora vicine per ricominciare da quella realta'" dice la scrittrice che ha passato l'infanzia in Giappone, l'adolescenza in Sicilia e la maturita' a Roma. Nel dopoguerra ha conosciuto la poverta', ma "i libri a casa nostra non sono mai mancati" racconta. Figlia del grande etnologo metà fiorentino e meta' inglese Fosco Maraini oltre che discendente, da parte materna, dell'antica nobile famiglia degli Alliata di Salaparuta, la Maraini e' stata la compagna di Alberto Moravia fino agli anni Ottanta con il quale ha fatto molti viaggi in Africa, insieme a Pier Paolo Pasolini.
Ne ricorda in particolare uno, in Mali, al quale partecipo' anche Maria Callas. "Sulla scena la Callas era una potenza mentre nella vita era una bambina. Era innamorata di Pier Paolo Pasolini, che non aveva mai nascosto la sua omosessualita', e pensava di poterlo cambiare. Mi sposera'? mi chiedeva. E questo dimostrava il suo candore, la sua ingenuita'".
La Maraini molto bella non si e' "mai sentita. Per una donna che scrive puo' essere un handicap. Bisogna avere una bellezza interiore, affabulatoria. O sai raccontare o no, non si puo' barare" dice e aggiunge: "Noi non ce ne rendiamo conto, ma la lingua italiana e' molto amata nel mondo, e' la lingua della bellezza". E non si "puo' scrivere se non si legge" spiega la Maraini che si e' sentita discriminata come autrice "soprattutto nel teatro, che e' sempre stato maschile". La cosa a cui tiene di piu'? "Una certa dignita'. Non sbracarsi, non entrare nella rissa. Con un certo rispetto verso l'avversario si puo' discutere. Mi sembra invece che la nostra politica sia fatta di insulto, discredito e dileggio dell'altro" spiega la Maraini.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA