(di Patrizia Vacalebri)
NELLY PULICE, 'RIFLESSIONI IN VERSI -
RACCOLTA DI POESIE' (Aletti Editore - Collana gli Emersi
Poesia, pp 64, 12 euro).
"La raccolta nasce nei giorni della pandemia. Ho ingannato il
tempo con me stessa per trattare in versi alcune riflessioni.
Non ho la presunzione di essermi espressa al meglio, ma è frutto
del mio sentire, nel mio quotidiano vivere di spettatrice della
realtà che mi circonda". Comincia con questa secca, seppure
esplicativa nota dell' autrice, la prima raccolta di poesie di
Nelly Pulice (Aletti Editore) nome storico della Rai, dove per
40 anni ha ricoperto ruoli di primo piano, come dirigente,
autrice e curatrice di programmi televisivi iconici. Accanto a
giornalisti del calibro di Maurizio Barendson, con cui fece le
prime esperienze giornalistiche nella redazione di Sprint nel
'66, e di Sergio Zavoli, per il quale ha curato dal 1987 tutte
le inchieste televisive più famose. Da Viaggio intorno all'uomo
a Viaggio intorno ai giovani, da La notte della Repubblica, con
18 puntate sul terrorismo, a C'era una volta la prima
Repubblica. Senza dimenticare Viaggio nel Sud, Nostra padrona
Tv, Credere non credere, Viaggio nella giustizia, Viaggio nel
calcio, Viaggio nella scuola, Diario di un cronista. Entrata
giovanissima, nel 1965, nella Rai guidata da Ettore Bernabei,
Nelly Pulice concluse i suoi servizi nel 2006, collaborando con
Rai Trade, per cui rielaborò il caso di Ilaria Alpi. Il titolo
del programma era Le verità parallele. La cronista ha firmato i
servizi Rai dell'epoca sui temi più scottanti, dalla droga
all'Aids, dall' omosessualità ai naziskin, tornando su mafia e
camorra, intervistando vittime di sequestri, il primo
collaboratore di giustizia della n'drangheta, malavitosi locali,
malasanità. Da una cronista così valorosa e accanita, perfino
"minacciata di morte per i suoi servizi sulle mafie", come lei
ricorda con dolore, non ci si aspettano versi poetici che
affrontano i temi della vita, dall' amore alla nostalgia,
dall'amicizia al buio generato dalla pandemia. Così, "Il grigio
- scrive in "Grigio a metà" - ha preso il sopravvento nella
scala dei colori. Sbadigli di noia ritmano il quotidiano vivere
di una innaturale condizione. Nessuno riconosce più il segnale
della vita. Eppure la natura vive, si rinnova al di là di noi e
continua a darci i suoi colori". Il suo è un "sentire" generato
spontaneamente in un' anima raffinata, che prende il sopravvento
sull'attenta osservatrice della realtà, proprio nel momento in
cui il mondo si ferma a causa del Covid. E' quasi una
possessione da parte della poesia che invade la giornalista
abituata a raccontare la verità con le immagini. Ora costretta a
casa dalle ripetute quarantene, si è ritrovata ad esprimere i
suoi veri sentimenti di osservatrice del mondo e del quotidiano,
ma in versi.
"Le mie riflessioni hanno preso questa piega lirica
spontaneamente. Ne ho prodotte centinaia. Ancora ne scrivo
decine ogni giorno. Mi basta guardare un fiore. Oppure sentire
una musica. Perfino Achille Lauro quando apparve sul palco del
Teatro Ariston a Sanremo nei panni di San Francesco di Assisi mi
ha ispirato dei versi. Scrivere poesie, o riflessioni poetiche,
come mi sembra giusto chiamarle, è diventata la mia attività
quotidiana più importante".
Così concludiamo con i primi versi del libro, quelli della
poesia intitolata "Buon appetito": Sforno i miei pensieri come
un buon pane mi danno un non so che di benessere. Vorrei con
essi comunicare le mie riflessioni in versi. Sono i dettami del
mio sentire da condividere o meno se vi pare".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA