- Se con gli smartphone siamo ormai abilissimi, tanto da condividere lo storytelling della nostra vita in tempo reale, e conosciamo tutta la comodità della Rete, dal fare acquisti con un click al comunicare senza difficoltà e a costo zero da ogni angolo del mondo, non siamo però ancora così smaliziati da proteggere noi stessi (e i nostri dati personali) dalle insidie del mondo digitale. Un aiuto potrebbe arrivare dal libro "Web, social ed etica" (Edizioni Ets, pp.132, 15 Euro) a cura di Eugenia Romanelli, che mette in primo piano il tema della necessità, non più procrastinabile, di diffondere una cultura della riservatezza come strumento di difesa. Con la prefazione di Massimo Bray e attraverso i saggi di undici esperti (Davide Mula, Marco Lagazzi, Giovanni Camerini, Maria Chiara Parmiggiani, Silvia Spanò, Adriana Mazzucchelli, Roberto Mazzoni, Mario Morcellini, Rory Cappelli, Vincenzo Vita, Riccardo Acciai), il volume affronta la questione della sicurezza sul web e sui social network dal punto di vista giornalistico, giuridico e psicologico per offrire un quadro chiaro ed esaustivo del contesto attuale al lettore, spesso ignaro dei pericoli che corre mentre naviga su Internet. Proprio perché siamo sempre 'connessi', spesso pensiamo infatti di padroneggiare il web, di comprenderne ogni aspetto, senza sapere che in realtà il 94% della Rete è un mondo ancora completamente sconosciuto: per questo non bisogna mai abbassare la guardia, perché non c'è totale consapevolezza delle azioni che compiamo online e delle conseguenze che esse hanno. Il problema nasce dal fatto che mentre navighiamo ognuno di noi lascia traccia di sé: considerando che - come hanno dimostrato recentemente lo scandalo Wikileaks e il caso di Cambridge Analytica con il furto dei dati degli utenti di Facebook - le informazioni personali rappresentano merce preziosissima per chi usa lo spazio web per fare profitto o peggio per compiere crimini, è quanto mai necessario fare attenzione e responsabilizzarsi. Una cattiva web reputation può portare danni patrimoniali ma anche all'esistenza stessa della persona, e purtroppo il diritto all'oblio, di cui tanto si discute, è ancora difficile da raggiungere: per questo, soprattutto in assenza di una normativa chiara che regolamenti ogni aspetto di Internet, dobbiamo essere noi stessi in prima persona a difenderci, non solo conoscendo come la legge ci può aiutare ma correggendo i nostri comportamenti verso una autotutela della nostra privacy. "Navigatori senza bussola in un cielo senza stelle": così Eugenia Romanelli, presentando oggi il libro a Roma, definisce gli utenti di una Rete che è "strumento democratico e rivoluzionario", ma anche qualcosa che contiene pericoli "a livello macroscopico e microscopico". "E' cambiato il paradigma identitario: oggi non possiamo più fare a meno di rappresentarci", prosegue, "a livello macroscopico i dati personali sono il nuovo petrolio, mentre a livello microscopico siamo di fronte alla piaga sociale del cyberbullismo, del sexting, della dipendenza da social, dei giochi che istigano al suicidio, dell'odio virale. Il libro nasce dal fatto che sono madre: noi adulti abbiamo il dovere di responsabilizzare i nostri figli e di far acquisire loro la patente della consapevolezza dei propri comportamenti sul web".
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