Poter mangiare cibi sani e nutrienti durante una malattia può contribuire a una pronta guarigione, ma spesso in Uganda gli ospedali non sono in grado di fornire pasti ai pazienti. È di fronte a questa necessità che l'organizzazione no profit La Ruota Internazionale porta avanti Hospital Vegetable Gardens, un progetto agricolo che consiste nella realizzazione di due orti in due ospedali nel nord del Paese.
"L’idea nasce dall’evidenza che gli ospedali in Uganda e più in generale in altre aree dell'Africa, non forniscono pasti ai loro pazienti", spiegato i promotori del progetto dell'organizzazione, presieduta da Anna Maria Pollak. "Sono le loro famiglie che si occupano di nutrirli quotidianamente portando i prodotti da casa e cucinandoli nell'area intorno all'ospedale. Questi prodotti spesso arrivano in pessime condizioni, a causa dei lunghi viaggi e delle alte temperature". Il Paese presenta ancora un alto tasso di malnutrizione con diete non equilibrate e con scarso utilizzo di prodotti vegetali. L'obiettivo di Hospital Vegetable Gardens è quello di fornire sufficiente cibo fresco e nutriente ai pazienti e al personale ospedaliero, oltre a quello di rendere le comunità rurali autosufficienti e indipendenti attraverso l'insegnamento di competenze agricole. Il primo orto è stato realizzato a Gulu, all'interno del Lacor Hospital. È stato inaugurato a novembre 2017 e ora è in piena attività. Il secondo orto sarà realizzato a Kalongo, all'interno del Dr. Ambrosoli Memorial Hospital, in partenza entro la fine del 2019. Hospital Vegetable Gardens sarà sostenibile alla fine del terzo anno di attività, e dal quarto anno il progetto verrà gestito direttamente dal management interno all'ospedale.
A beneficiare del progetto non sono solo i pazienti dei due nosocomi - il St.Mary’s Lacor Hospital riceve 1.000 accessi al giorno e il Dr.Ambrosoli Memorial Hospital circa 300 al giorno – ma anche i parenti dei pazienti, che potranno utilizzare le verdure fresche coltivate negli orti, lo staff dell’ospedale e anche e comunità locali: attraverso l’insegnamento delle conoscenze agricole, ogni famiglia potrà crearsi il proprio orto in casa. Gli organizzatori sottolineano che il progetto è innovativo e di impatto sociale, in quanto propone “un abbinamento ‘agricoltura-ospedale’ unico nel suo genere”, il mantenimento della cultura locale di agricoltura tradizionale perfezionando le tecniche, ad esempi attraverso l’irrigazione a goccia per l’ottimizzazione delle risorse idriche, e l’uso di pozzi con pompa solare. Inoltre, mangiare cibi sani coltivati sul posto contribuisce al miglioramento delle patologie nutrizionali tramite una dieta bilanciata. Infine, il progetto ha un notevole impatto sociale sulla comunità locale, con sensibile incremento di reddito dovuto al surplus di verdura prodotta e venduta e possibilità di pagare l'istruzione dei figli.