Nel 2018 il gruppo Fiat Chrysler Automobiles produrrà 6 milioni di vetture: l'amministratore delegato Sergio Marchionne anticipa un target del piano che presenterà a Detroit il 6 maggio. Conferma anche che tutti i lavoratori italiani rientreranno nelle fabbriche, "non ci saranno eccedenze". Nessun ulteriore investimento sarà effettuato in Rcs, ma la partecipazione non sarà scorporata e resterà "in pancia" alla Fiat.
Il titolo chiude in aumento del 2,55% a 8,45 euro. E' un'assemblea storica quella convocata al Lingotto, a cui partecipano più di mille azionisti: è l'ultima a Torino dopo 115 anni di vita della società . Il prossimo bilancio sarà discusso e approvato in Olanda dove il gruppo avrà la sede legale, mentre quella fiscale sarà in Gran Bretagna e a Londra si terranno i consigli di amministrazione (è stato avviato l'ampliamento dell'ufficio inglese perchè da qui saranno gestite le funzioni finanziarie). Ci sarà ancora a Torino, durante l'estate, un'assemblea straordinaria per deliberare sui termini della fusione che entro l'anno sarà completata.
"Non dobbiamo più giocare una partita per la sopravvivenza, in fondo alla classifica, senza sapere se ci sarà un domani. Con Fca abbiamo finalmente la possibilità di giocare una partita vera", sottolinea il presidente John Elkann. Marchionne ci tiene a precisare che "Chrysler ha salvato la Fiat, non il contrario" e che "non dobbiamo usare l'arroganza italiana di dire noi abbiamo salvato te". Le due società manterranno ciascuna la propria identità , spiega Marchionne perchè sono chiari "gli aspetti emotivi legati alla storia secolare dei due gruppi". La stessa scelta 'neutrale' della sede è stata fatta "per non offendere nessuno": "non si poteva scegliere diversamente - dice l'ad del Lingotto - perché la controparte americana è maggiore di quella europea. Abbiamo scelto un terreno neutro anche per i maggiori vantaggi fiscali per i finanziamenti del gruppo, che può pagare dividendi senza ritenute".
Marchionne, che conferma gli obiettivi 2014 del gruppo, ricorda che "nel 2003 Fiat e Chrysler erano rispettivamente al decimo e al dodicesimo posto nella classifica dei costruttori mondiali, mentre insieme sono al settimo posto. Vendevano Chrysler 2,6 milioni e Fiat 1,8, sommati fanno 4,4 milioni. Anche dieci anni fa i volumi erano accettabili, ma la differenza è che entrambe le aziende erano in profondo rosso, mentre oggi hanno un utile della gestione ordinaria di 3,4 miliardi". Tra gli obiettivi dei prossimi mesi c'è la crescita in Asia, dove a breve sarà fatto un nuovo annuncio per la Jeep, mentre la 500 non è una vettura adatta a quel mercato. Al bilancio 2013, chiuso con un utile netto di 2 miliardi di euro (943 milioni escludendo le partite atipiche) arriva il via libera dal 99,9% degli azionisti che rinnovano anche l'autorizzazione all'acquisto di azioni proprie fino a 1,2 miliardi di euro.