Un utile di 5 milioni di euro raggiunto soprattutto grazie ad una netta riduzione dei costi. Il dg Rai, Luigi Gubitosi, porta a casa un risultato positivo nel primo esercizio interamente sotto la sua gestione e lo illustra in una lunga e inconsueta conferenza stampa a Viale Mazzini, dopo il via libera unanime del cda al bilancio 2013.
L'uscita mediatica non dovrebbe però servire, come maliziosamente ipotizzato su alcuni quotidiani, da trampolino di lancio per l'approdo alla guida di una delle partecipate. "Le notizie sulla mia dipartita sono ampiamente esagerate", afferma il dg, dicendosi convinto che porterà a termine il mandato in scadenza il prossimo anno. Parole che seguono quelle del sottosegretario con delega alle tlc, Antonello Giacomelli, che da Torino chiarisce di non ritenere "prevedibili, né augurabili" cambi al vertice della Rai. Una lunga serie di slide a Viale Mazzini in perfetto stile Renzi per il manager ex Wind e Fiat, arrivato in Rai con il governo Monti. "Io però - precisa Gubitosi - le slide, anche per motivi anagrafici, le uso da un po' più di tempo. La prima l'ho usata nell''86". Con il nuovo governo la tv pubblica ha già avviato contatti, tanto che "l'impressione - sottolinea il dg - è che ci sarà un certo impegno contro l'evasione del canone".
Proprio le entrate da canone, anche per il mancato adeguamento all'inflazione, gettano un'ombra sul futuro. "Il 2014 sarà un anno difficile - spiega Gubitosi - anche se la pubblicità nel primo trimestre sta tenendo bene con un incremento del 3,9% rispetto all'anno scorso". A pesare ci saranno i Mondiali di calcio con un costo di 100 milioni di euro solo per i diritti tv, ma anche gli investimenti tecnologici, a partire dalla digitalizzazione dei tg e delle teche, e appunto l'evasione del canone, stimata intorno al 27%, che nell'anno passato è aumentata e dovrebbe crescere anche in quello in corso. Intanto Gubitosi porta a casa un 2013 positivo, assicura che il piano industriale va avanti meglio delle previsioni e che nel 2015 l'azienda sarà saldamente in utile. "Peccato - può permettersi di dire - non aver scommesso con Grillo che prevedeva perdite per 400 milioni". Invece c'è un utile, anche se leggero, in un periodo difficile per il mercato pubblicitario. L'anno scorso le entrate per gli spot sono scese dell'8,5% (a quota 682 milioni), anche se - sottolinea Gubitosi - a partire dalla seconda metà dell'anno il riassetto di Rai Pubblicità ha prodotto risultati positivi. Le perdite sono state solo in parte compensate dalla crescita dei ricavi commerciali (ora a quota 291 milioni con un +8,5%) e da canone (1.756 milioni con un +0,4% dovuto al rincaro della tassa di 1,5 euro nel 2013).
A determinare l'utile la spending review avviata dal dg. Il costo del personale è calato di 20 milioni di euro, grazie alle 700 uscite in gran parte dovute al piano di esodi. I costi esterni sono scesi di 189 milioni: da quelli per la realizzazione dei programmi (-16%) a quelli per le scenografie (-26%) o per i servizi telefonici (-33%). Le spese Rai, a partire da quelle per le sedi regionali, restano però nel mirino del commissario alla spending review Carlo Cottarelli. "Stiamo iniziando un'interazione con Cottarelli - fa sapere il dg - e quello che leggo sulle agenzie non mi sembra corrisponda alle sue valutazioni". Gubitosi difende anche gli investimenti sui grandi eventi sportivi. "Se quest'estate non mandassimo in onda i Mondiali - scherza -, vedreste come si abbrevierebbe il mio mandato". La scadenza è, invece, il 2015. Poi, nel 2016 andrà rinnovata la concessione di servizio pubblico e Viale Mazzini - rivela Gubitosi - pensa di "lanciare una consultazione pubblica sul valore generato dalla Rai, in collaborazione col ministero per lo Sviluppo economico". "Quella - sostiene ancora il dg - rappresenta un'occasione importante per riparlare di governance. In base alla mia esperienza suggerirei al governo di rivederla".