La partita Alitalia-Etihad è arrivata al dunque: ormai è solo questione di ore. Il presidente del consiglio Matteo Renzi conferma che i tempi sono maturi per l'arrivo dell'attesa lettera d'intenti della compagnia araba. E anzi anticipa la deadline che il ministro dei trasporti Maurizio Lupi aveva fissato entro una settimana. La compagnia degli Emirati ha infatti riunito nei giorni scorsi il board, che avrebbe vagliato la risposta da inviare a Fiumicino, con cui si apre la fase finale della trattativa, quella che nel giro di un mese dovrebbe portare all'accordo.
Dopo due settimane di silenzio, finalmente sembra dunque aprirsi qualche spiraglio. Era il 15 maggio quando Alitalia ha inviato alla volta di Abu Dhabi la propria proposta per arrivare ad un accordo. Da Etihad, però, non è più arrivata alcuna risposta, se non l'indicazione di una ferrea riservatezza. A dare un segnale di sblocco della situazione è stato ieri il ministro Lupi, che ha detto che la risposta arriverà entro una settimana. Ora il premier Renzi, che avrebbe intenzione di annunciare personalmente la lettera, ha indicato tempi ancora più brevi: la questione "è arrivata al dunque - ha detto -, è ormai questione di ore".
La lettera, ha ribadito Lupi, ancora non c'è e arriverà nei prossimi giorni: "So che in questi giorni la risposta dovrà arrivare, anche perché si è svolto il cda di Etihad", ha detto il ministro, precisando di aver ricevuto queste informazioni dallo stesso a.d. di Alitalia Gabriele Del Torchio. Che è in continuo contatto con il ceo di Etihad James Hogan per definire i contorni della trattativa. E c'è ottimismo anche tra gli azionisti: "C'è un certo ottimismo, spero che possa andare avanti positivamente", ha detto l'ad di Unicredit Federico Ghizzoni. Più cauta Intesa, primo socio e uno dei maggiori creditori di Alitalia: prima voglio "leggere cosa scrivono", ha messo le mani avanti il consigliere delegato Carlo Messina.
Con l'arrivo della lettera d'intenti si apre la fase finale della trattativa, che dovrebbe portare all'accordo tra le due compagnie, con Etihad pronta ad investire 560 milioni, per il 49% del capitale. Essendo praticamente risolto il nodo del debito (con le banche che avrebbero accettato di rinegoziare 565 milioni, cancellandone un terzo del credito e convertire il resto in azioni), ora si apre la fase delicata della trattativa con i sindacati sugli esuberi (Etihad ne avrebbe chiesti 3.000 ma si punta a contenerli entro i 2.600). Lupi ha confermato che dopo la lettera e la valutazione sul Piano industriale verrà affrontato il tema dell'occupazione insieme al ministro del lavoro Poletti. Che da parte sua ha ribadito l'impegno a trovare soluzioni per gestire gli esuberi: "Nel momento in cui avremo informazioni puntuali sui termini di questi accordo", ha detto, faremo con Alitalia "come abbiamo sempre detto e fatto in tutte le situazioni di emergenza, con le strumentazioni che abbiamo a disposizione, ammortizzatori e altro, vedremo cosa sarà possibile fare".
I sindacati, intanto, attendono la convocazione e assicurano il proprio impegno: l'accordo con Etihad è "l'unico modo per risolvere il problema e risolverlo bene", sostiene il leader della Cisl Raffaele Bonanni, sottolineando che "noi stiamo dando un sostegno importante perché l'intesa si realizzi". Infine il garante dei trasporti Andrea Camanzi vede nell'interesse di Etihad un "segnale positivo" e dà garanzie anche per lo scenario peggiore: in caso di fallimento dell'accordo, avverte, "vigileremo e staremo attenti insieme all'Enac che siano tutelati i diritti dei viaggiatori che hanno acquistato servizi Alitalia".