"E' arrivata. E' positiva". Così l'a.d. di Alitalia Gabriele Del Torchio, alla fine del cda della compagnia, sulla risposta di Etihad. "Sono contento - ha aggiunto - Ora dobbiamo fare degli approfondimenti".  Il cda di Alitalia ha proposto all'assemblea dei soci, fissata per l'8 agosto, un nuovo aumento di capitale, pari a 50 milioni di euro, che si aggiungono ai 250 milioni già varati dall'assemblea di venerdì scorso. La ricapitalizzazione arriva così a 300 milioni di euro
Sindacati: 'Azienda apre mobilità per 2171 dipendenti'
L'Alitalia ha aperto le procedure di mobilità per 2.171 dipendenti dell'ex compagnia di bandiera e dell'AirOne, come previsto dall'accordo per 2.251 esuberi. Gli altri 80 addetti hanno infatti già cessato il rapporto di lavoro. E' quanto si apprende da fonti sindacali. Per quanto riguarda il personale di Alitalia, la procedura interessa 1.590 addetti di terra, 126 piloti e 420 assistenti di volo a cui bisogna aggiungere i 35 dipendenti di terra di AirOne.
Da Poste 70 milioni nella midCo  IL PUNTO
Si decide ad Abu Dhabi il destino di Alitalia. La lettera di Alitalia con le risposte alle preoccupazioni arabe è infatti sul tavolo del ceo di Etihad James Hogan. E ora si tratta di capire se lo stratagemma della 'midCo' (una scatola intermedia tra vecchia e nuova Alitalia), in cui Poste ha confermato di investire 70 milioni, convincerà anche gli emiratini. E mentre sulla nuova struttura è cauto uno dei soci forti, Atlantia, che sta facendo le "opportune verifiche", resta da centrare anche l'aumento di capitale che verrà portato fino a 300 milioni per rispondere ai timori di Etihad sulla liquidità della compagnia. Per deliberare la nuova ricapitalizzazione (servono 50 milioni in più oltre ai 250 già varati dall'assemblea di venerdì scorso) si riunirà domani mattina il cda di Alitalia, mentre l'assemblea è attesa per la prossima settimana (probabilmente giovedì o venerdì). Intanto la lettera di risposta ad Etihad è stata inviata nella notte e contiene le risposte dell'ad di Alitalia Gabriele Del Torchio alle preoccupazioni espresse dalla compagnia araba nella missiva-ultimatum di martedì. Del Torchio si rivolge al ceo di Etihad James Hogan per fornire rassicurazioni sulla soluzione dei problemi sollevati da Abu Dhabi (in particolare i dubbi sulla liquidità per arrivare fino al closing dell'operazione in autunno; e chiarimenti sulla 'midCo' chiesta da Poste) e chiedere qualche giorno in più, oltre la deadline del 31 luglio, per firmare il pre-accordo (che arriverà subito dopo l'assemblea) perché mancano ancora alcuni passaggi tecnici da compiere. Oggi Poste ha confermato la propria posizione: il cda, che è stato anticipato ad oggi (era in programma domani), ha esaminato l'operazione Alitalia-Etihad e ha dato il via libera ad un finanziamento di 70 milioni a favore di un veicolo societario dedicato (midCo), delegando all'a.d. Francesco Caio la definizione dei dettagli tecnici dell'operazione. Ma sulla nuova soluzione della midCo c'è cautela da parte dei soci. Atlantia, azionista con il 7,44%, fa sapere che sta facendo le opportune verifiche e valutazioni sulla "fattibilità della nuova struttura, la parità di trattamento dei soci e gli impatti societari ed economici dell'intera operazione" e si riserva ogni valutazione, anche attraverso confronto con gli altri soci. Una verifica che si rende necessaria perché la nuova soluzione è "significativamente diversa da quanto precedentemente discusso" ed è stata ipotizzata solo ieri mattina, precisa il gruppo guidato da Giovanni Castellucci. In tutta questo puzzle resta in secondo piano la questione sindacale. Dalla Uil, l'unica sigla a non aver firmato il contratto e l'intesa sui tagli al costo del lavoro, Luigi Angeletti precisa che "le questioni ancora in sospeso della riduzione del costo del lavoro e del contratto saranno affrontate e risolte con l'attuale Alitalia" e ribadisce che la Uil è "favorevolissima all'intesa tra Alitalia e Etihad e auspica che si concluda rapidamente". Un appello a che tutti facciano la loro parte arriva infine dal presidente dell'Enac Vito Riggio, che avverte: "Nessuno che abbia un po' di buon senso può rifiutare l'unica ipotesi sul tappeto. Tutte le resistenze, comprensibili, vanno abbattute in nome del salvataggio di una struttura industriale di 10 mila e più lavoratori e di quella che è ancora la spina dorsale - anche se ridotta dal 100% al 47%, del nostro sistema".Â