Nella Pubblica amministrazione "c'è troppo grasso che cola", "vanno fatti dei tagli". Un'operazione, del resto, "che fa chiunque in una famiglia normale". Il premier Matteo Renzi non usa mezzi termini e parlando all'inaugurazione del nuovo stabilimento delle Rubinetterie bresciane aggiunge: "Chi non ha fatto sacrifici finora è la macchina pubblica, dove non si è intervenuto nei centri di costo".
Parole che fanno riesplodere l'ira dei sindacati, già pronti alla protesta dopo l'annuncio del blocco dei contratti pubblici anche per il 2015, che lascia così i salari degli statali fermi al 2010. Della questione - che ha portato anche le forze dell'ordine ad annunciare uno sciopero -, osserva il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, arrivando alla festa dell'Unità a Bologna, "se ne stanno occupando gli altri ministri", ma "sarà un discorso generale di revisione della spesa". E proprio in base alla spending review - che il premier nei giorni scorsi ha quantificato fino a 20 miliardi di euro - si vedrà se ci sono margini: "Noi - afferma ancora Padoan - stiamo cominciando una spending review nel governo che riguarda misure su tutte le voci di spesa e in quel contesto si valuteranno anche queste". I risultati del governo quindi si "vedranno presto" risponde il ministro alle critiche di Massimo D'Alema sull'azione dell'esecutivo. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, si dice d'accordo sul confronto, "il presidente del Consiglio è stato chiaro: si può fare, ma - insiste - bisogna tenere conto del contesto e del quadro". In altre parole, "si può discutere ma la situazione non è semplice perché dobbiamo fare i conti con le risorse". I sindacati non ci stanno: i dipendenti pubblici "hanno già dato". Sono loro "i soliti noti" a pagare la crisi. Altro che grasso che cola, rispondono al premier Renzi, invitandolo a recuperare, invece, le risorse dalla lotta all'evasione, agli sprechi e alla corruzione e non più dalle "tasche dei lavoratori". "Le forze di polizia e gli statali hanno già dato. Matteo Renzi veda il grasso che cola da evasione fiscale, inefficienze e corruzione", replica su twitter il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, tornando a sottolineare l'importanza del dialogo sociale e rilanciando l'hashtag #Renzirispettiilsindacato. A difendere "i soliti noti" che vengono colpiti, e cioè i lavoratori dipendenti ed i pensionati, è anche il numero uno della Cgil, Susanna Camusso che sulla protesta dei poliziotti osserva: se si dice 'ti incontro, ma non accetto ricatti', significa che si considera un 'ricatto' la semplice proclamazione di uno sciopero da parte di un sindacato. Dalla Uil il segretario generale Luigi Angeletti rimarca come "finalmente Renzi si accorge che bisogna intervenire sui centri di costo della Pa. Perché - chiede - non applica i costi standard già definiti da anni? Perché ha rinviato l'accorpamento delle partecipate? Perché non riduce le stazioni appaltanti? È qui che bisogna reperire le risorse e non nelle tasche dei lavoratori dipendenti. Una volta tanto - avverte - vorremmo non ascoltare racconti, ma vedere fatti".
"Nella pubblica amministrazione ci sono sicuramente possibilità di riduzione spesa: le altissime retribuzioni, le 30mila stazioni appaltanti, le società che esistono solo in funzione dei cda: se l'idea del grasso che cola sono le retribuzioni da mille euro degli infermieri o da 1.200 euro dei poliziotti non ci capiamo proprio, anzi si sta cercando la cosa facile per non calpestare i piedini a interessi che ci sono e che continuano ad essere difesi". Susanna Camusso, segretario Cgil, alla festa dell'Unità ha commentato così le parole di Renzi sui tagli nella P.A.