La Banca centrale russa ha annunciato una serie di misure per stabilizzare le banche messe a rischio dal crollo del rublo degli ultimi giorni. Fra le misure, aiuti a ricapitalizzare le banche assieme al governo in una nazionalizzazione di fatto; una moratoria sulle coperture dei prestiti a rischio; prestiti in valuta estera.
Sulla crisi della valuta il premier russo Dmitri Medvedev ha convocato una riunione di emergenza nella sua residenza di Gorki. Sono stati invitati, oltre ai ministri economico-finanziari, la governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina, i vertici delle autorità fiscali e i dirigenti delle maggiori società esportatrici dell'energia.
Il rublo - ha detto Medvedev - "oggi e' sottovalutato" e il suo cambio "non riflette l'attuale situazione dell'economia". Il premier ha definito tuttavia "senza senso imporre una regolazione estremamente rigida in questa sfera" ed auspicando mosse basate su meccanismi di mercato". Il capo del governo ha inoltre assicurato che la Russia "ha le riserve necessarie per conseguire tutti gli obiettivi economici e politici".
Intanto le borse europee scivolano per il timore di un default russo.  Giù le banche e Piazza Affari, dominata dai titoli del credito, segna il peggior ribasso in Europa (Ftse Mib -1,6%), seguita da Madrid (-1%) mentre a Mosca è convocata una riunione per difendere il rublo. Le perdite di Ubi (-3,6%), Mps (-3,4%), Intesa (-3,03%), Bper (-3,02%) superano il 3%, Autogrill cede il 3,7%, Saipem il 2,38%, Eni (-0,72%) contiene il calo. Fca passa in negativo (-0,27%) e ora i soli titoli in rialzo sono A2a (+0,75%), promossa da Goldman, e Gtech (+0,52%). In forte recupero, invece, la borsa di Mosca, almeno con l'indice in dollari Rts, che segna un guadagno del 7,4% dopo aver perso il 12% alla vigilia. Debole invece l'indice in valuta locale Micex (-2,2%).
Ieri si sono registrate code di sovietica memoria nei grandi centri commerciali per spendere il maggior numero possibile di rubli nel timore che perdano ulteriore valore, come successe nel 1998, alla vigilia del default. La gente ha assaltato gli shopping center affrontando file anche di cinque ore nella notte, lasciando molti scaffali vuoti. Secondo il quotidiano Vedomosti, a causa del crollo del rublo i grandi distributori di auto straniere hanno sospeso la fornitura ai concessionari, che a loro volta hanno congelato le vendite.Â
Nel 2014 gli Stati Uniti sono stati il primo produttore mondiale di greggio, con 11,7 milioni di barili al giorno. E' quanto riferisce l'Up nel preconsuntivo petrolifero. Gli Usa, con la forte accelerazione dovuta all'estrazione di shale oil, hanno superato la Russia (al secondo posto, stabile con 10,9 milioni di barili). L'Arabia Saudita si conferma terza con 9,5 milioni di barili. In generale, è salita ancora la quota dei Paesi non Opec (da 50,5 a 52,2 milioni di barili), mentre è stabile quella Opec.
Apple chiude negozio online dopo crollo rublo - La Apple ha sospeso le vendite online in Russia dopo il crollo del rublo che continua a perdere colpi nei confronti di euro e dollaro. "A causa delle fluttuazioni estreme del valore del rublo, il nostro negozio online in Russia non e' al momento disponibile, mentre rivediamo i prezzi. Ci scusiamo con i clienti per il disagio", si legge in un comunicato. Nonostante la decisione della Banca centrale di alzare i tassi dal 10,5% al 17%, la moneta russa è crollata di nuovo ieri e l'euro è stato scambiato a 77,3 rubli.  Â
Quasi 2 mld dlr da banca centrale per difesa rublo - La banca centrale russa ha speso quasi 2 miliardi di dollari per difendere il rublo lunedì. Lo rende noto lo stesso istituto. Nel 2014 gli Stati Uniti sono stati il primo produttore mondiale di greggio, con 11,7 milioni di barili al giorno. E' quanto riferisce l'Up nel preconsuntivo petrolifero. Gli Usa, con la forte accelerazione dovuta all'estrazione di shale oil, hanno superato la Russia (al secondo posto, stabile con 10,9 milioni di barili). L'Arabia Saudita si conferma terza con 9,5 milioni di barili. In generale, è salita ancora la quota dei Paesi non Opec (da 50,5 a 52,2 milioni di barili), mentre è stabile quella Opec.
Usa superano Russia nella produzione petrolio - Nel 2014 gli Stati Uniti sono stati il primo produttore mondiale di greggio, con 11,7 milioni di barili al giorno. E' quanto riferisce l'Up nel preconsuntivo petrolifero. Gli Usa, con la forte accelerazione dovuta all'estrazione di shale oil, hanno superato la Russia (al secondo posto, stabile con 10,9 milioni di barili). L'Arabia Saudita si conferma terza con 9,5 milioni di barili. In generale, è salita ancora la quota dei Paesi non Opec (da 50,5 a 52,2 milioni di barili), mentre è stabile quella Opec.
Â