Muove Abertis e si mangia le torri di Wind. Nella partita per le infrastrutture di trasmissione, entrata nel vivo con l'offerta di Ei Towers (Mediaset) per Rai Way, sono gli spagnoli a conquistare uno dei pezzi che, nel gioco degli scacchi, valgono di più. Il gruppo iberico si aggiudica per 693 milioni di euro 7.377 antenne in pancia a Galata, controllata dalla società telefonica del gruppo Vimpelcom. Ad Abertis va il 90% del veicolo dal quale sono attesi ricavi, il primo anno, nell'ordine dei 200 milioni. Wind con l'incasso riduce il proprio debito e resta nel capitale col 10%. In base all'accordo firmerà poi un contratto, della durata di 15 anni (prorogabile per altri 15) per la fornitura di una serie di servizi legata ai siti, attuali e futuri.
Il pacchetto che passa di mano rappresenta poco più della metà delle antenne di Wind ed è composto da torri per la telefonia mobile, distribuite su tutto il territorio nazionale, per il 70% in aree urbane. Abertis le definisce strategiche per lo sviluppo della banda larga con tecnologia 4G. Per gli spagnoli è una svolta: da operatore 'terrestre' il gruppo si trasforma nel maggiore operatore europeo indipendente di infrastrutture di tlc (oltre al pacchetto Wind ha 4.600 torri in Spagna) e per la trasmissione audiovisiva (altre 3.400 torri nella Penisola Iberica). Torri per tlc e per tv sono asset diversi e di differente valore e, dal punto di vista industriale (leggi sinergie) ha poco senso - è opinione diffusa - metterle insieme.
L'idea di un campione unico nazionale, magari a controllo pubblico, in grado di coinvolgere anche Telecom, ha invece senso politico, soprattutto in un paese come l'Italia. Il modello evocato è quello di Terna, le società degli elettrodotti, che fa capo a Cdp. E non a caso si ragiona su un eventuale intervento della Cassa depositi e prestiti o del suo Fondo strategico come possibile azionista non privato della futuribile società delle antenne. C'è da dire che Telecom è per ora impegnata a portare in borsa entro l'estate Inwit coi suoi 11.500 siti di trasmissione e, da Barcellona, il presidente dell'ex monopolista, Giuseppe Recchi assicura che il progetto di un polo unico non è sul tavolo. Ma l'affondo di Ei Towers su Rai Way, dopo che la società di Mediaset è rimasta fuori dalla partita Wind, può accelerare le discussioni in questa direzione. L'offerta pubblica di acquisto e scambio da 1,22 miliardi, annunciata da Cologno Monzese per almeno il 66,7% della società delle torri di viale Mazzini (socio al 65%) va avanti anche se il governo ha fatto sapere di non aver intenzione di cambiare la regola che impone di tenere in mano pubblica il 51% di Rai Way. Ei Towers è al lavoro per presentare a Consob il 16 marzo la bozza del prospetto dell'Opas. Ma potrebbe valutare di rimodulare l'offerta e accontentarsi di arrivare al 49%, sempre che viale Mazzini gli consegni parte delle azioni durante l'offerta.